ROMA. Il Papa di Roma alle celebrazioni per i 500 anni della Riforma di Martin Lutero, e la volontà di luterani e cattolici di fare della celebrazione non come in passato una occasione di conflitto, bensì di rafforzamento del percorso verso l'unità. Sta tutto qui il carattere storico del viaggio che papa Francesco si accinge a compiere il 31 ottobre in Svezia.
Se infatti oltre ai due grandi appuntamenti ecumenici celebrerà la messa del primo novembre per i cattolici, papa Francesco è convinto che «l'incontro ecumenico va preservato nel suo significato profondo secondo uno spirito di unità». Tanto che, ha raccontato a Civiltà cattolica, all'inizio pensava solo alla tappa ecumenica e quando ha deciso di celebrare anche la messa, ha voluto che «non fosse celebrata nello stesso giorno, e non nello stesso luogo dell'incontro ecumenico, per non confondere i piani».
Sullo spirito di comunione rappresentato dalla commemorazione comune della Riforma sono tutti d'accordo. «Niente trionfalismi», ha chiesto l'arcivescovo luterano primate di Svezia, signora Antje Jackelen, ricordando il sangue versato in Europa durante le guerre di religione.
«Dimenticare e perdonare, fare comunità», si aspetta il segretario della Federazione luterana mondiale (LWF), Martin Junge, e sulla penitenza per le violenze e i pregiudizi tra cattolici e luterani ha insistito il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani.
Gli appuntamenti ecumenici saranno due e si svolgeranno il 31 ottobre: una funzione nella cattedrale di Lund, e una manifestazione aperta a tutti nello stadio di Malmo con testimonianze sulla collaborazione di luterani e cattolici nella carità, specialmente verso gli immigrati.
Malmo e Lund sono due località della Svezia meridionale: la Riforma del tedesco Lutero cominciata da Wittenberg in Germania si commemora infatti in Svezia, giacchè proprio a Lund è stata fondata nel 1947 la Federazione luterana mondiale. Dietro alla celebrazione comune dei 500 anni della Riforma c'è un lavoro lungo e accurato, cominciato sotto Benedetto XVI, durante il cui pontificato è stata preparata la dichiarazione congiunta «Dal conflitto alla comunione», firmata a giugno 2013.
Questa è il primo tentativo delle due parti di descrivere insieme, a livello internazionale, la storia della Riforma e delle sue intenzioni. In Svezia il Papa suggella inoltre i 50 anni di dialogo con i luterani, il primo «tavolo» ecumenico aperto dalla Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.
A livello teologico il dialogo con i luterani è considerato un esempio, grazie alla Dichiarazione sulla giustificazione firmata nel '99 che ha eliminato il più grosso contrasto tra le parti. Ma la Dichiarazione, al cui metodo del «consenso indifferenziato» guardano con interesse le varie confessioni cristiane, non dato frutti a livello pratico.
I fedeli lamentano di non poter fare insieme la comunione. Se quello teologico ha spento le speranze di una unità entro breve tempo, l'ecumenismo della carità, della cultura, del far comunità, sembra dare frutti migliori. Le due chiese, sia in Svezia che nel mondo, collaborano a numerosi progetti e sono state vicine, con 13 denominazioni cristiane, a recenti iniziative per gli immigrati e per la pace.
Durante l'evento a Malmo inoltre LWF - che serve oltre 2.300mila rifugiati nel mondo - e Caritas Internationalis, che è presente in 164 Paesi e offre un'assistenza straordinaria alle persone bisognose, firmeranno un accordo ufficiale a suggello della loro futura cooperazione. Papa Francesco ha espresso chiaramente le sue aspettative nella intervista pubblicata ieri da Civiltà cattolica e intermente dedicata al viaggio in Svezia.
«Quello che mi viene spontaneo da aggiungere adesso è semplice: andare, camminare insieme! Non restare chiusi in prospettive rigide, perchè in queste non c'è possibilità di riforma». Aveva prima espresso la propria «attesa» di «riuscire a fare un passo di vicinanza» rispetto ai protestanti, giacchè le distanze fanno «ammalare di divisione» anche i cristiani.
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