ROMA. Notte in bianco di pioggia e di paura tra Umbria e Marche, dove ieri è tornato l'incubo terremoto con due scosse forti, una terza di poco più debole e decine di sommovimenti di assestamento più lievi che non hanno dato tregua. Una notte lunghissima per le migliaia di sfollati nelle strutture di accoglienza, in tenda, nei prefabbricati del sisma del '97, in alloggi di fortuna o a bordo delle automobili. «Abbiamo qualcosa come due o tremila sfollati, e temo molte più abitazioni inagibili di quelle censite dopo il sisma del 24 agosto». Lo dice all'ANSA il dirigente della Protezione civile marchigiana Cesare Spuri. «Fra il gran numero di persone che la notte scorsa ha dormito fuori casa penso ci siano più famiglie con la casa inagibile che sfollati per paura». «Dobbiamo capire quali sono le soluzioni alternative per ospitarle, e non credo di possa far ricorso alle tendopoli con l'arrivo dell'inverno». Una notte funestata dalla pioggia incessante e dalla terra che non ha praticamente mai smesso di tremare, con due picchi del 4.1 e del 4.4 registrati tra le 5 e le 6 nella provincia di Macerata. Sono state almeno 200 le repliche del terremoto. «Soltanto quelle registrate a partire dalla 2 del mattino sono state 105 e complessivamente sono state più di 30 le scosse di magnitudo pari o superiore a 3,0», ha detto all'ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Le repliche di magnitudo superiore a 4,0 sono sono state tre, tutte nella zona di Macerata. «I terremoti di magnitudo pari o superiore a 3,0 sono repliche del sisma di ieri: fino a due-tre giorni fa, infatti, non si registrava nessuna scossa che superasse questa magnitudo», ha aggiunto. Quelle scosse di intensità minore erano le repliche del sisma del 24 agosto. Le analisi condotte dai sismologi dell'Ingv nel corso della notte confermano il valore di 5,9 per la magnitudo del terremoto delle 21,18 di ieri. È confermato anche il movimento di tipo estensionale, tipico dei terremoti dell'Appennino, caratterizzato dallo 'stiramento" dell'Appennino da Est a Ovest. Confermato anche il legame con il terremoto del 24 agosto nel Reatino: «la sismicità - ha osservato Amato - riguarda la zona a Nord di Norcia, che corrisponde alla propaggine settentrionale dell'area che si è attivata in agosto». Ieri, dopo la prima scossa del 5.4 delle 19.10, in pochi sono rimasti a casa, quasi tutti si sono spinti in strada, nei centri di accoglienza o altri luoghi sicuri, 'schivando' dunque il secondo tremore, del 5.9, alle 21.18. Stessa situazione alle 23.42, quando c'è stata una terza scossa, del 4.6. Ma tra la prima e le 23 di ieri sera l'Ingv ne ha contate almeno 60. Le più forti sono state avvertite in tutta l'Italia centrale ed oltre, anche a Roma, dove diverse persone sono scese in strada e sono state segnalate crepe su alcuni edifici. Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, parlando nella notte da Rieti, ha ribadito che non risulta al momento che vi siano vittime, dispersi, nè feriti gravi a causa dei crolli. Un uomo di 73 anni è morto d'infarto a Tolentino per lo spavento. Ma a fronte del sollievo per le mancate vittime, si è aperto un nuovo calvario per gli sfollati, e i danni alle case e alle strutture sono gravi: non solo per i borghi storici e il loro straordinario e unico patrimonio artistico, ma anche per i servizi: tre ospedali (a Tolentino, Matelica e Cingoli) e il carcere di Camerino sono stati evacuati. Diverse strade, invase da frane, sono impraticabili, incluso un tratto della Salaria. Diverse zone sono ancora senza luce e telefono. Le scuole oggi resteranno chiuse in tutti i Comuni coinvolti. Col passar delle ore va peggiorando la conta dei danni, non solo agli edifici ma anche al morale di popolazioni che stavano appena cominciando a risollevarsi. E che a soli due mesi dal terremoto di agosto si trovano a doverne affrontare un altro, con la sua scia di assestamento. Le prime immagini giunte dai luoghi del sisma, che ha avuto stavolta per epicentro la Valnerina, tra Perugia e Macerata, raccontano di chiese crollate come fondali di cartone, a Visso, Norcia, Ussita, Camerino, pezzi di patrimonio storico architettonico ridotti in briciole. A Ussita sono crollate le mura di cinta. A Camerino il campanile della chiesa si è abbattuto sulla palazzina di fronte, fortunatamente vuota. L' intero centro storico di Visso è stato dichiarato inagibile.