MILANO. Alla segretaria storica, Germana Chiodi, 75 milioni di euro; gli altri 75 suddivisi tra i cinque nipoti. Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga scomparso il 30 settembre scorso, ha voluto premiare prima di tutto chi gli è stato al fianco, sul lavoro, per una vita. Così, a 20 giorni dall'apertura del testamento, dallo scrigno dell'imprenditore esce un nuovo lascito da capogiro. A 150 milioni di euro ammonta infatti il conto corrente e i conti titoli presso le filiali milanesi di Deutsche Bank e Credit Suisse. Le stime iniziali si fermavano poco sopra i 100 milioni ma le verifiche effettuate dall'esecutore testamentario, Stefano Tronconi, hanno visto lievitare la cifra. Si tratta dei risparmi personali del patron della catena di supermercati: per sua volontà vengono destinati la metà alla Chiodi e, per l'altra metà, 15 milioni a testa, ai nipoti Fabrizio e Andrea (figli del fratello Claudio) e ai tre figli del primogenito di Bernardo, Giuseppe Caprotti, uno dei quali minorenne. Alla signora Germana, 68 anni, entrata ventenne nel gruppo, pensionata da dirigente nel 2008 e ancora attiva in Esselunga con un contratto di consulenza, dopo le donazioni per 10 milioni nel 2006, 2007 e 2009 Caprotti ha lasciato in eredità anche due quadri di fiori di Mario Nuzzi e l'archivio storico di Esselunga. «Germana custodisce il ricchissimo archivio che narra anche le molte dolorose vicende familiari oltre che aziendali», scrive nel testamento con riferimento alle guerra, anche giudiziaria, seguita all'estromissione dalla società dei figli di primo letto, Giuseppe e Violetta. Poi il pubblico elogio della sua assistente: «a lei voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto che mi ha prestato nel corso degli anni». Ora i 75 milioni della Chiodi si ridurranno un pò, a 69 milioni, una volta pagata l'imposta di successione (pari all'8% per chi non ha legami di parentela col defunto), mentre i nipoti di Caprotti, Andrea e Fabrizio, dovrebbero vedere i loro 30 milioni limarsi a poco più di 28 milioni (la tassazione è al 6%). Fisco leggero infine per i giovani figli di Giuseppe Caprotti, parenti in linea diretta (aliquota al 4%): i 45 milioni diventeranno circa 43 milioni. Poco cambia e si vedrà nelle prossime settimane se gli eredi Caprotti, già sul piede di guerra in quella che appare solo come un nuovo passaggio di una dinasty non ancora conclusa, chiederanno altro. A partire dei beni non menzionati nel testamento. Per quanto riguarda l'azienda l'imprenditore ha invece messo nero su bianco la sua volontà di tenere la famiglia fuori dalla gestione e ha assegnato il controllo della Supermarkets Italiani, la holding di Esselunga, per il 70% alla moglie Giuliana Alberta e alla figlia Marina, limitando al 30% la quota di Giuseppe e Violetta. Per quanta riguarda la Villata Partecipazioni, la società dove sono concentrati gli immobili del gruppo, la divisione è 55% a moglie e Marina e il 45% agli altri due figli.