Lunedì 23 Dicembre 2024

Pirateria, 70 aziende denunciate in Italia: al Sud irregolari 3 su 4

ROMA.Oltre 1.200 software illegali sequestrati, 71 responsabili di altrettante società denunciati per violazione della normativa sul diritto d'autore, un'azienda su due di quelle controllate scoperta ad utilizzare prodotti illegali: è il bilancio dell'operazione contro la pirateria informatica condotta dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento del Nucleo speciale tutela proprietà intellettuale. Le ispezioni hanno riguardato 116 aziende impegnate principalmente nel settore della progettazione industriale ed edile, dislocate in tutta Italia: più della metà, il 57%, utilizzava software illegali. Una percentuale superiore alla stime dell'ultimo Global software survey di Bsa diffuso a maggio scorso a livello mondiale, che assegna all'Italia un tasso di pirateria in calo e attorno al 45%. I finanzieri hanno così sequestrato oltre 1.200 prodotti, privi di regolare licenza per un valore di circa due milioni, e circa 400 tra apparecchi hardware, computer ed hard disk. E se al nord sono risultati non in regola un imprenditore su due, la percentuale sale se ci si sposta al sud, dove per ogni 4 imprese controllate, 3 sono risultate irregolari. Al Centro invece, il 64% degli imprenditori ha regolarmente acquistato i software. Quando si sono trovati davanti i finanzieri, le aziende hanno avanzato ogni scusa per evitare le sanzioni: c'è chi ha tentato di rimuovere i programmi da remoto e chi si è giustificato riversando le responsabilità su praticanti e stagisti. Nei confronti degli imprenditori, oltre alla denuncia penale, è scattata anche una sanzione amministrativa: la legge prevede infatti una multa pari al doppio del valore di mercato del software illecitamente utilizzato. Alle 71 società sono state dunque contestate sanzioni amministrative per 4 milioni. «Evidentemente - ha commentato Bsa-The software Alliance Italia, che rappresenta i vari produttori mondiali di software, complimentandosi con la Gdf - i comportamenti illegali sono ancora più radicati tra gli italiani di quanti noi pensassimo. È doloroso pensare che una cultura della legalità nel nostro paese si possa ottenere solo attraverso l'enforcement».

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