ROMA. Nel giorno dedicato al ricordo dei migranti morti tre anni fa al largo di Lampedusa, sono 5.648 le persone salvate in mare a bordo di 36 barconi. Sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia dalle navi della Guardia Costiera, della Marina Militare e di organizzazioni non governative. La cifra è destinata ancora a salire dal momento che sono in corso altre tre operazioni coordinate dalla centrale operative di Roma della Guardia Costiera. La stessa Guardia Costiera ha curato l'evacuazione medica, attraverso una motovedetta veloce classe 300, di tre donne e un bambino in gravi condizioni. A Lampedusa, intanto, un migliaio di persone ha partecipato alla marcia verso la Porta dell'Europa a Lampedusa per ricordare il terzo anniversario del naufragio del 3 ottobre 2013 che costò la vita a 368 migranti. Alla manifestazione, oltre ad alcuni superstiti della tragedia, hanno aderito più di 200 ragazzi che nei giorni scorsi hanno preso parte a workshop tematici nell'ambito del progetto "L'Europa inizia a Lampedusa". Un progetto biennale promosso dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca in collaborazione con il Comitato 3 Ottobre. ALFANO. "Tre anni fa era solo una tragedia italiana oggi è una giornata europea". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano sul molo del porto di Lampedusa, poco prima di salire su una motovedetta per partecipare alla cerimonia in ricordo della vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 che costà la vita a 368 migranti. "Noi non sappiamo se sono profughi o no quando li salviamo - ha aggiunto il ministro riferendosi alle operazioni di soccorso, l'ultima delle quali avvenute stamani a poche miglia dalle coste dell'isola - ma sappiamo che dobbiamo salvarli". E ancora: "Il referendum ungherese ci dimostra che la popolazione che non ha partecipato al referendum non condivide la linea del premier Orban". Riferendosi alle posizioni del governo ungherese e dei paesi dell'Est che si sono dimostrati recalcitranti ad accogliere i profughi, Alfano ha osservato: "L'Europa è ad un bivio decisivo: o ci si salva tutti con severità, rispettando le regole oppure sarà un fallimento". Il responsabile del Viminale ha sottolineato che "l'Europa aveva deciso di ricollocare i profughi e gli Stati hanno sottoscritto quei patti, anche se non tutti li stanno rispettando. Un atteggiamento che io considero grave". Alfano ha poi aggiunto che "per i canali umanitari c'è un dato di fatto ed è l'elevato numero di persone salvate in mare. Occorre una seria azione congiunta per fermare la tratta di vite umane. In Africa serve un sistema di filtraggio, altrimenti facciamo il gioco di coloro i quali vivono con i proventi della tratta". MATTARELLA. "Vi è una forte esigenza di collaborazione tra l'Africa e l'Unione europea anche per governare il fenomeno dei flussi". Ne è convinto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che oggi ha incontrato al Quirinale il presidente etiope Mulatu Teshome Wirtu che si trova in visita di Stato in Italia. Il capo dello Stato, che anche di flussi ha parlato nei colloqui odierni, ha spiegato che è sempre più necessaria "un'azione congiunta" che porti "ad aiuti concreti, consistenti e veloci". Inoltre, ha aggiunto, "uno strumento indispensabile contro il fondamentalismo e la predicazione estremista è quello di creare crescita ed occupazione" nei Paesi dove si originano i flussi. Mattarella ha poi ricordato come le relazioni tra Roma e Addis Abeba siano "davvero eccellenti" accompagnate da "una grande collaborazione" anche sui dossier internazionali.