MONZA. Un anno fa avevano denunciato «presunte discriminazioni dell'Ecfop, una scuola professionale di Monza, verso il figlio gay». Ora i genitori sostengono che abbiano rifiutato l'iscrizione al terzo anno. Lo riportano stamani, in prima pagina, il Corriere della Sera e alcune testate online.
La vicenda venuta alla luce un anno fa dalla denuncia dei genitori - una foto del figlio abbracciato a un amico circolata a scuola - «sembrava una storia chiusa. (...) Ma ora le nuove polemiche sono destinate a montare. Perchè, secondo la mamma e il padre adottivo del ragazzo, l' Ente cattolico di formazione professionale di Monza dove il ragazzo avrebbe dovuto frequentare il terzo anno del corso per baristi, ha rifiutato l'iscrizione al giovane per via del suo orientamento sessuale».
In sostanza la famiglia afferma che all'atto dell'iscrizione, prima dalla segreteria avrebbero detto di ritelefonare, tirando in lungo, e poi che «il preside non voleva nostro figlio».
«In riferimento alle notizie diffuse dalla stampa oggi, vogliamo precisare che il ragazzo in questione non è iscritto al nuovo anno perchè non ha presentato domanda di iscrizione al 'Terzo corso sala bar' entro i tempi stabiliti». Lo ha comunicato, in mattinata, l'Ente cattolico per la formazione professionale di Monza. In merito a una possibile discriminazione nei confronti del giovane, che secondo la famiglia non sarebbe riuscito ad iscriversi in tempo per il tergiversare della direzione scolastica, l'Ecfop ha replicato che «il nostro ente non ha mai messo in atto alcuna discriminazione in quanto accoglie ragazzi di ogni nazionalità e religioni e si è sempre adoperato per l'inclusione e l'integrazione».
L'Ecfop ha ricostruito il percorso che lo studente avrebbe fatto, nei confronti dell'istituto stesso, per iscriversi, dallo scorso anno. Secondo quanto afferma la scuola «a conclusione dell'anno 2015/16 la famiglia del ragazzo non si è presentata all'incontro programmato per i colloqui finali e per il rinnovo dell'iscrizione; a giugno e luglio non si è più presentata nè ha chiamato al telefono. Il ragazzo ha chiamato però una volta in segreteria chiedendo le modalità per iscriversi. E la segreteria ha riferito di richiamare nei giorni successivi in quanto in sede non erano presenti gli addetti di riferimento. E il ragazzo non ha più chiamato».
Sempre secondo la ricostruzione dell'Ente «a settembre il ragazzo non si è presentato per saldare il debito in economia e diritto (esami di riparazione, ndr); l'8 settembre ha telefonato la madre chiedendo come fare per iscrivere il figlio e la docente di rifermento le ha spiegato che, viste le dichiarazioni rilasciate l'anno precedente nelle quali la famiglia asseriva di voler iscrivere il ragazzo altrove e la loro assenza nel periodo estivo, credeva che avessero proceduto con un'altra scuola».
«Il giorno successivo la docente ha parlato direttamente con il ragazzo che le ha detto di trovarsi a Roma con amici» e questo sarebbe stato l'ultimo contatto ufficiale.
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