ROMA. Dalle prime ore dell'alba è in corso una vasta operazione della Polizia di Stato contro la Federazione anarchica informale (Fai). La Digos di Torino, coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese sta dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare con il contributo operativo delle Digos di Pescara, Roma e Viterbo. L'operazione della Polizia di Stato contro gli anarchici della Federazione anarchica informale (Fai) contesta agli arrestati il reato di associazione con finalità di terrorismo e attribuisce agli stessi l'esplosione di tre ordigni: uno presso il quartiere Crocetta di Torino del 5 marzo 2007 e due presso la Caserma allievi Carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006. Gli ordigni in entrambi i casi erano programmati per esplodere a breve distanza l'uno dall'altro, per arrecare danno all'incolumità delle forze dell'ordine intervenute sul posto. L'operazione della Digos trae origine dal procedimento penale instaurato presso la Procura di Torino a seguito del ferimento di Roberto Adinolfi, ad dell'Ansaldo Nucleare, per mano di appartenenti al cosiddetto 'Nucleo Olgà, espressione del cartello eversivo Fai. L'indagine, attraverso l'analisi di un'enorme quantità di documentazione ideologica, ha permesso di ricostruire la struttura associativa e l'evoluzione internazionale della Fai. È accusata di quasi 50 azioni di natura terroristica-eversiva, in 13 anni di attività, la Federazione Anarchica Informale al centro dell'inchiesta che questa mattina ha portato all'arresto di sette anarchici. Come espressamente affermato nel programma criminoso stilato dai 'soci fondatori', ricostruito dagli investigatori attraverso l'analisi documentale di numerosi scritti, le azioni erano finalizzate a realizzare la «distruzione dello Stato e del capitale» portando l'attacco alle strutture del «dominio». Tra gli obiettivi privilegiati dall'associazione quelli istituzionali, come caserme di carabinieri, polizia e dei vigili urbani, istituzioni politiche e amministrative, ma anche giornalisti, strutture aziendali e università. Il Fai non disdegnava però anche anche luoghi pubblici e/o zone residenziali. Le indagini su una delle cellule della Federazione anarchica informale italiana che oggi sono culminate in alcune perquisizioni e in sette arresti avvenuti su disposizione degli inquirenti torinesi non nascono dall'attentato a Roberto Adinolfi, il dirigente di Ansaldo Energia gambizzato il 7 maggio 2012 a Genova ma «partono da molto lontano». Lo si apprende da fonti di polizia per le quali «l'attentato a Adinolfi è stato uno 'scatto in avantì della Cellula» possibile attraverso il 'Nucleo Olgà. Attentato per il quale il tribunale di Genova, che riconobbe le finalità terroristiche, condannò nel novembre 2013 Alfredo Cospito (10 anni e 8 mesi) e Nicola Gai (9 anni e 4 mesi).