PALERMO. Triste primato della Sicilia per l’evasione fiscale dei “bed & breakfast”. Dal primo luglio i finanzieri hanno individuato 23 affittacamere abusivi. La guardia di finanza ha proposto il recupero di 9 milioni di euro non dichiarati al fisco, con un milione di euro di Iva non pagata.
Per scoprire la maxi evasione fiscale i militari hanno avviato un’approfondita attività informativa, supportata anche dall’esame di numerosi siti internet e riscontri sul territorio.
Le attività rientrano nell'ambito del piano estivo di controlli a tutela dell’economia legale nelle località balneari, montane e nelle città d’arte a maggiore vocazione turistica, avviato a livello nazionale.
I finanzieri hanno sequestrato 13 milioni di prodotti contraffatti e insicuri. Sono stati controllati oltre 1.000 distributori stradali di carburante. Sul fronte del lavoro nero, i finanzieri hanno scoperto centinaia di venditori abusivi, 2.000 lavoratori irregolari e 420 casi di affitti in nero. Sono stati anche controllati 346 money transfer e monitorate oltre 640 operazioni di trasferimento di denaro.
Il comandante generale, Giorgio Tosch, ha dichiarato che : “Un rafforzamento delle attività soprattutto orientato verso la tutela delle imprese e dei cittadini che, con fatica e sacrifici, tutti i giorni operano e lavorano per il bene e per la crescita economica dell’Italia. Ho impartito precise disposizioni ai reparti proprio per assicurare che le attività più approfondite siano mirate solo nei confronti di chi si pone deliberatamente fuori dalle regole e in concorrenza sleale con gli imprenditori onesti, a danno dell’intero sistema Paese”.
La guardia di finanza Napoli, ha individuato tre fabbriche clandestine dedite all’illecita produzione di articoli con marchi contraffatti, abilmente occultati all’interno di comuni box auto, ai quali si accedeva mediante passaggi nascosti ricavati nell’intercapedine di una parete. L’operazione ha permesso di denunciare 21 persone, di cui 3 sono state arrestate e il sequestro delle fabbriche, dei macchinari e degli autoveicoli utilizzati nell’illecita attività, oltre a diverse migliaia di prodotti contraffatti.
Sul fronte delle accise, sono stati controllati 1.090 distributori stradali di carburante in tutto il territorio nazionale. Sono 271 le violazioni constatate, delle quali 74 riferite alla disciplina sui prezzi, con sanzioni amministrative a carico dei gestori degli impianti. Nei casi più gravi, i 39 responsabili sono stati denunciati alle competenti procure.
Sono stati inoltre sequestrati oltre 112.000 litri di prodotti petroliferi sono stati sequestrati. Le truffe sono emerse dal riscontro del quantitativo di carburante erogato con l’importo pagato dagli utenti. In altri casi è stato riscontrata la miscelazioni abusive con sostanze non consentite, che hanno fatto emergere anche il contrabbando di prodotti energetici immessi in consumo in evasione d’accisa.
Quasi 2.000 i lavoratori “in nero” e irregolari scoperti nel corso del piano estivo. A Foggia è stata portata a termine un’operazione per il contrasto del “caporalato” che ha permesso di scoprire un gruppo criminale. L’organizzazione ha realizzato una prolungata attività di lavorativa illecita con diversi operai di nazionalità rumena. L’operazione si è conclusa con l’arresto di tre persone e il sequestro di immobili e automezzi impiegati nell’attività criminale.
Sono stati registrati 675 interventi per contrastare il fenomeno degli affitti irregolari, anche mediante il ricorso all’offerta on-line, di seconde e terze case nelle principali località di villeggiatura. Ben 420 le violazioni sono state riscontrate, con il conseguente avvio di più approfonditi accertamenti fiscali.
In particolare, a partire dal primo luglio sono stati eseguiti 346 accertamenti presso altrettanti sportelli di money transfer, che hanno permesso di porre sotto controllo 647 operazioni di trasferimento di denaro. Questi controlli “sul posto” hanno anche lo scopo di evitare casi di “aggiramento” delle regole, fra cui il divieto di frazionamento dei pagamenti al di sotto della soglia di legge fissata di 1.000 euro, oppure la fittizia intestazione delle transazioni a prestanome.
Il complesso di dati e informazioni così raccolti sono stati posti a disposizione del gruppo investigativo sul finanziamento al terrorismo della guardia di finanza, per effettuare di ulteriori analisi e incroci con gli altri sistemi informativi e con le segnalazioni di operazioni sospette per rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo.
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