MILANO. È stata eseguita stamani all'Istituto di medicina legale di Milano l'autopsia sul cadavere del boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, morto ieri all'ospedale San Paolo a Milano.
Gli esami autoptici sono stati disposti dal pm di turno Alessandro Gobbis per fugare qualsiasi dubbio sulle cure ricevute nella struttura sanitaria e sulle cause della morte legate all'aggravarsi della malattia che lo aveva colpito ormai da tempo.
All'autopsia, da quanto si è saputo, non ha partecipato alcun consulente per la famiglia Provenzano, ma solo quello nominato dalla Procura. Per effettuare l'accertamento il pm ha dovuto aprire formalmente anche un fascicolo a 'modello 45', ossia senza ipotesi di reato nè indagati. Gli inquirenti sono ora in attesa di una relazione con i primi esiti dell'autopsia.
Il capomafia era detenuto al regime di 41 bis nell'ospedale San Paolo di Milano. Tutti i processi in cui era ancora imputato, tra cui quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, erano stati sospesi perché il boss, sottoposto a più perizie mediche, era stato ritenuto incapace di partecipare.
Grave stato di decadimento cognitivo, lunghi periodi di sonno, rare parole di senso compiuto, eloquio assolutamente incomprensibile, quadro neurologico in progressivo, anche se lento, peggioramento: è l'ultima diagnosi che i medici dell'ospedale hanno depositato.
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