CITTA' DEL VATICANO. "Alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia. Il Signore potrà dirci: ma tu, ti ricordi quella volta sulla strada da Gerusalemme a Gerico? Quell'uomo trovato mezzo morto ero io. Ti ricordi? Quel bambino affamato ero io. Ti ricordi? Quel migrante che tanti vogliono cacciare ero io. Quei nonni soli, abbandonati nelle case di riposo, ero io. Quell'ammalato solo in ospedale, che nessuno va a trovare, ero io". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus.
Non devo catalogare gli altri per decidere chi è mio prossimo e chi non lo è. Dipende da me 'essere o non essere prossimo' della persona che incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o magari ostile".
E' il messaggio che papa Francesco desume dalla parabola evangelica del "buon samaritano", da lui commentata oggi all'Angelus. "Anche noi possiamo porci questa domanda: chi è il mio prossimo? Chi devo amare come me stesso? I miei parenti? I miei amici? I miei connazionali? Quelli della mia stessa religione?...", ha osservato.
"Fatti prossimo del fratello e della sorella che vedi in difficoltà", è stato quindi l'insegnamento tratto dalla parabola. "Fare opere buone, non solo dire parole che vanno al vento: mi viene in mente quella canzone 'parole, parole, parole'... - ha detto - No fare, fare e mediante le opere buone, che compiamo con amore e con gioia verso il prossimo - ha proseguito -, la nostra fede germoglia e porta frutto. Domandiamoci: la nostra fede è feconda? Produce opere buone? Oppure è piuttosto sterile, e quindi più morta che viva? Mi faccio prossimo o semplicemente passo accanto? Selezione le persone a secondo del mio proprio piacere".
"Queste domande è bene farcele spesso - ha concluso ilo Pontefice -, perché alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia; il Signore potrà dirci: 'Ti ricordi quella volta, sulla strada da Gerusalemme a Gerico? Quell'uomo mezzo morto ero io. Quel migrante che volevano cacciare via ero io. Quel nonno abbandonato ero io. Quel malato che nessuno va a trovare in ospedale ero io'".
Salutando al termine dell'Angelus i gruppi di fedeli presenti in Piazza San Pietro, papa Francesco a un certo punto si è interrotto e ha detto: "Ma che ho sentito lì alcuni dei miei connazionali che non stanno zitti - ha affermato 'a braccio' tra italiano e spagnolo -, a los argentinos che estàn aquì e che fanno chiasso, che hacen lio, un saludo especial".
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