Venerdì 22 Novembre 2024

Sicilia in lutto per Adele Puglisi, la condanna della comunità bengalese: ripudiamo la violenza

SANTA CROCE CAMERINA. Rimane chiusa in un profondo dolore la famiglia di Adele Puglisi, tra le vittime della strage di Dacca. Nella casa di Punta Secca a Santa Camerina, dove il comune ha issato tre bandiere a mezz'asta, continuano ininterrotte le visite di parenti e amici, in attesa di poter dare l'ultimo saluto alla salma della manager catanese di 54 anni, che proprio il giorno dopo la strage sarebbe dovuta rientrare in Sicilia. Il sindaco di Catania e presidente dell'Assemblea nazionale dell'Anci, Enzo Bianco, ha proclamato per domani il lutto cittadino. Bandiere a mezz'asta saranno esposte negli uffici pubblici anche in altri comuni siciliani. «L'Anci Sicilia manifesta solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime della strage e condanna la follia di chi vuole distruggere la nostra vita quotidiana», dice Leoluca Orlando, presidente dell'Anci Sicilia, che invita gli amministratori siciliani a issare le bandiere nei palazzi comunali. Intanto la comunità bengalese di Palermo, la più numerosa rappresentanza di stranieri in città, prende le distanze dall'attacco terroristico ripudiando «ogni atto di violenza compiuta da criminali che si fanno chiamare islamici, ma che poco hanno a che vedere con l'Islam». «Siamo vicini e solidali con le famiglie di tutti gli italiani e delle altre vittime innocenti uccise nell'attentato», dicono Sumi Aktar e Alamin Md, consiglieri della Consulta delle culture e rappresentanti del Bangladesh nell'organo del Comune di Palermo. «Alcune persone vogliono trasmettere il messaggio che il Bangladesh è un paese fondamentalista islamico, ma noi condanniamo questa visione - proseguono i due consiglieri - Il Bangladesh è stato sempre un Paese laico, dove convivono pacificamente diverse religioni, le cui culture discendono molto dal sanscrito, un paese dove i due più grandi partiti democratici sono guidati da donne. Certamente non un paese di stampo fondamentalista». Per la comunità bengalese «l'unica cosa che vogliono questi delinquenti è seminare terrore e rovinare l'immagine di un paese meraviglioso, mettendo paura in vista della grande festa del 'Eid al fitr'. Ma i bengalesi di tutto il mondo rifiutano la cultura della paura e della violenza».

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