ROMA. Il genocidio armeno, la Brexit, la Chiesa che deve chiedere perdono ai gay, il fatto che "c'è un solo Papa, non due". E' stato un papa Francesco a tutto campo quello che per un'ora ha risposto alle domande dei giornalisti sul volo di ritorno dall'Armenia. BREXIT? ARIA DI DIVISIONE, MA MEGLIO UNITA' - "C'è un'aria di divisione, non solo in Europa. Negli stessi Pesi: la Catalogna, l'anno scorso la Scozia. C'è qualcosa che non va in questa Unione 'massiccia': forse occorre pensare a una nuova forma di unione, più libera. Ma non bisogna buttare via il bambino con l'acqua sporca". Così il Papa sulla Brexit e sui pericoli di disgregazione ed eventualmente di guerra in Europa. "La guerra in Europa c'è già", ha detto. "Per me - ha quindi detto unità è sempre superiore a conflitto, ma ci sono diverse forme di unità. E sempre fratellanza, qui sto parlando della Brexit e dell'Ue, è migliore dell'inimicizia e della distanza. E i ponti sono migliori dei muri. Questo deve far riflettere". "Un passo che deve dare l'Unione europea per ritrovare la forza delle sue radici è un passo di creatività, e anche di sana 'disunione', dare più libertà ai paesi dell'Unione, pensare una nuova forma". SU ARMENI NON CONOSCEVO ALTRA PAROLA DI GENOCIDIO - "In Argentina quando si parla di sterminio degli armeni sempre si usa la parola genocidio. Non ne conoscevo un'altra. Solo quando sono venuto a Roma ho sentito un'altra parola, il 'grande male', la tragedia terribile... E mi hanno detto che l'altra era offensiva". "Per il mio passato con questa parola, per averla già usata pubblicamente, sarebbe suonato molto strano se non l'avessi usata. Ma non l'ho mai detta con animo offensivo". C'E' UN SOLO PAPA, NON DUE, RATZINGER EMERITO, NON SECONDO - "C'è un solo Papa. L'altro, Benedetto XVI, è un Papa emerito, una figura che prima non c'era e a cui lui, con coraggio, preghiera, scienza, e anche teologia, ha aperto la strada. Non ho mai dimenticato il discorso che fece ai cardinali il 28 febbraio di tre anni fa: 'tra voi di sicuro c'è il mio successore, a lui prometto obbedienza'. E l'ha fatto". Così Francesco ha risposto sulle dichiarazioni di mons. Georg Gaenswein sul ministero petrino che sarebbe condiviso tra due Papi, uno attivo e uno contemplativo. Alle celebrazione martedì prossimo per il 65/mo dell'ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI, "ci sarò io - ha detto - e dirò qualcosa, a questo grande uomo di preghiera, di coraggio, che è il Papa emerito, non il secondo Papa, che è fedele alla sua parola, che è un uomo di Dio, è molto intelligente, e per me è il nonno saggio a casa". CHIESA CHIEDA SCUSA AI GAY, MA ANCHE AI POVERI - "Io credo che la Chiesa non solo deve chiedere scusa ai gay, ma deve chiedere perdono anche ai poveri, alle donne stuprate, ai bambini sfruttati nel lavoro, deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi. I cristiani devono chiedere perdono per aver accompagnato tante scelte sbagliate". Così Francesco ha risposto alla domanda se è d'accordo con il cardinale Reinhard Marx secondo cui la Chiesa deve chiedere scusa alla comunità gay. "I gay non vanno discriminati, devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. Si può condannare qualche manifestazione offensiva per gli altri. Ma il problema è che con una persona di quella condizione, che ha buona volontà, che cerca Dio, chi siamo noi per giudicare?", ha ribadito. SU DIACONESSE IL PRIMO A ESSE STUPITO SONO STATO IO - Il Papa si è detto "arrabbiato con i media" per come è stata data la notizia sulla commissione di studio sulle donne diacono. "Il primo a essere rimasto stupito sono stato io". La commissione sta per essere formata, ma per Francesco "la funzione non è tanto importante quanto il pensiero delle donne. E' molto più importante il modo di capire, di pensare, di vedere delle donne, che la loro funzionalità". LUTERO RIFORMATORE, SUE INTENZIONI NON SBAGLIATE - "Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non erano sbagliate. E' un riformatore. Forse i metodi non erano quelli giusti, ma in quel tempo la Chiesa non era proprio un modello da imitare: c'era corruzione, mondanità, attaccamento ai soldi e al potere. Lui ha contestato, era intelligente, e ha fatto un passo avanti. Oggi crediamo di riprendere la strada per incontrarci dopo 500 anni". Così il Papa sulla sua partecipazione a fine ottobre in Svezia alle celebrazioni per il quinto centenario della Riforma. AD AUSCHWITZ DIO MI DIA SOLO LA GRAZIA DI PIANGERE - "Vorrei andare in quel posto di orrore senza discorsi, senza gente, solo con il necessario, senza guardare a questo o quello. E in silenzio. Da solo, a pregare che il Signore mi dia la grazia di piangere". Così Francesco ha parlato della visita ad Auschwitz che farà tra un mese durante il suo viaggio alla Gmg di Cracovia.