ROMA. Dopo l'interrogatorio di garanzia in carcere, il gip di Roma ha convalidato il fermo di Vincenzo Paduano, la guardia giurata che ha confessato di aver ucciso l'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio. Contestualmente il magistrato, accogliendo le richieste della procura, ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario premeditato e stalking. Il gip Paola Della Monica, nel convalidare il fermo di Vincenzo Paduano e nell'emettere l'ordinanza di custodia cautelare, ha escluso la premeditazione. Il gip, in sostanza, ha ritenuto che la guardia giurata non avesse studiato a tavolino l'omicidio della sua ex fidanzata, ma abbia agito istintivamente. Paduano resta detenuto per omicidio volontario e stalking, ma per la procura rimane indagato anche per la premeditazione. Intanto, nell'istituto di medicina legale La Sapienza è in corso l'autopsia su Sara. Ad eseguirla una equipe costituita da un medico legale, un radiologo ed un tossicologo. Secondo quanto starebbe emergendo dall'autopsia Sara sarebbe stata aggredita, tramortita e strangolata prima di essere data alle fiamme. E' quanto starebbe emerso dall'autopsia, eseguita dal medico legale Giorgio Bolino, dal radiologo Carlo Catalano e dal tossicologo Giulio Mannocchi. Ulteriori accertamenti, in particolare gli esami del sangue e dei polmoni della studentessa, per verificare tale circostanza saranno eseguiti la settimana prossima. Resta da stabilire se la giovane sia morta a causa dello strangolamento o successivamente. Secondo la ricostruzione degli investigatori Paduano, vigilantes 27enne, quella sera faceva servizio di portierato in zona, ma ha lasciato il lavoro e ha aspettato Sara sotto casa del suo nuovo ragazzo, un ex compagno di scuola che frequentava da pochissimo. Prima che la ragazza risalisse in macchina per tornare a casa, si è allontanato precedendola nel tragitto che avrebbe fatto. Poi, quando è arrivata su via della Magliana si è fatto superare e l'ha affiancata, stringendola a bordo strada per costringerla a fermarsi. Come una furia è salito in macchina e, dopo un'accesa lite, avrebbe tirato fuori l'alcol spargendolo sulla macchina e addosso alla ragazza. Sara, terrorizzata, è scesa dall'auto e ha iniziato a scappare chiedendo disperatamente aiuto agli automobilisti che passavano, ma nessuno si è fermato. Così il suo assassino l'ha inseguita e le ha dato fuoco. Poi è tornato al lavoro. Proprio dove è stato prelevato dagli agenti della mobile che lo hanno condotto in questura. Quando è uscito dai loro uffici, era accusato dell'omicidio di Sara.