ROMA. È stata bruciata viva dal suo ex, Sara Di Pietrantonio, la studentessa uccisa la notte tra sabato e domenica in zona Magliana alla periferia di Roma. La confessione di Vincenzo Paudano, 27 anni, arriva dopo un lungo interrogatorio al termine del quale il ragazzo ha ammesso il delitto e le sue responsabilità.
Il ragazzo, fermato stamani con l'accusa di omicidio, era stato con Sara per due anni ed il loro rapporto si era interrotto alcuni giorni fa.
Sdraiata a terra, semi carbonizzata, nel parcheggio di un ristorante all'estrema periferia di Roma, mentre a circa 200 metri di distanza la sua auto era avvolta dalle fiamme. I vigili del fuoco erano intervenuti intorno alle cinque per spegnere l'incendio della macchina, una Toyota ferma sul ciglio della strada, quando sul versante opposto alcuni passanti hanno segnalato un altro focolaio tra i cespugli.
E proprio lì è stata trovata Sara, a terra con le braccia allargate e la camicetta sbottonata. Sul posto è arrivata la polizia scientifica che ha eseguito i rilievi del caso. Tra i primi a vedere il corpo della giovane, la madre Tina e lo zio, che erano usciti con la macchina a cercarla perchè tardava a rientrare. L'ultimo messaggio Sara l'ha inviato alla madre intorno alle 3,30: «Sto tornando a casa» le ha scritto, come faceva di consuetudine, dopo aver accompagnato l'amica di danza con cui era uscita.
«Avvisava sempre la mamma quando arrivava in un locale e quando andava via - hanno raccontato alcuni parenti - lo faceva per non farla preoccupare. Era figlia unica di genitori divorziati. Una ragazza prudente e sempre molto puntuale. Non si sarebbe mai fermata di notte in una strada così isolata con qualcuno che non conosceva bene».
Alcune persone sono passate in auto mentre Sara chiedeva aiuto ma non si sono fermate». Lo ha detto
il sostituto procuratore aggiunto Maria Monteleone nel corso di una conferenza stampa in Questura. Dalle indagini è emerso anche che Paduano dopo l'omicidio è tornato al lavoro.
«Se qualcuno si fosse fermato Sara sarebbe ancora viva. Ci vuole coraggio da parte dei cittadini, da parte di chi passa e vede qualcuno in difficoltà, una telefonata al 113 è gratis: se si vedono cose strane è dovere chiamare forze ordine», ha aggiunto il capo della squadra mobile di Roma, Luigi Silipo.
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