Giovedì 19 Dicembre 2024

Nuova tragedia in mare, si rovescia barcone: 5 vittime, ma forse altri intrappolati

PALERMO.  Nuova tragedia nel Mediterraneo: si capovolge un peschereccio carico di migranti, 562 persone salvate, cinque morti recuperati ed il timore che altri siano rimasti intrappolati nella stiva dell'imbarcazione andata rapidamente a fondo. La scena - avvenuta ad una ventina di miglia dalle coste libiche - la racconta una cruda sequenza di foto scattate dal pattugliatore della Marina intervenuto in soccorso: si vede un vecchio peschereccio di legno col ponte stipato all'inverosimile di persone, alcune con il giubbotto di salvataggio, altre no; lo scafo ondeggia paurosamente sotto il peso dei passeggeri, si piega sul lato sinistro ed infine si ribalta completamente inabissandosi in breve tempo. È sempre la Marina a informare sulla dinamica. Il pattugliatore Bettica, impegnato nell'attività di sorveglianza e sicurezza marittima nel Canale di Sicilia, ha individuato al largo delle coste libiche un peschereccio in «precarie condizioni di galleggiamento con numerosi migranti a bordo». Giunti sul posto, i militari italiani hanno iniziato  la distribuzione dei salvagente. Ma il barcone, ormai instabile, «dopo alcune rilevanti oscillazioni, si è capovolto a causa del repentino movimento dell'elevato numero di persone a bordo». Non è dunque rimasto altro da fare se non recuperare i naufraghi. L'ennesimo naufragio tra le coste libiche e quelle italiane avviene in un periodo di 'picco' delle partenze: negli ultimi tre giorni si contano oltre 6mila persone recuperate in una trentina di operazioni al largo della Libia avviate da Guardia Costiera, Marina, dai mezzi della missione Ue Eunavformed, da quelli di ong, ma anche da mercantili e rimorchiatori in servizio sulle piattaforme libiche. Ed anche la Marina libica fa sapere di essere impegnata: un portavoce spiega che ieri, nelle acque a nord di Sabratah, sono stati «arrestati 550 migranti illegali» a bordo di 4 imbarcazioni ed altri 850 sono stati arrestati domenica. È comunque un fatto che - come si temeva -  con la bella stagione si registra un'impennata delle partenze. L'ammiraglio Enrico Credendino, che guida l'operazione Eunavformed, ha sottolineato che «solo con la stabilizzazione della Libia  potremo bloccare i trafficanti. Il nuovo governo sta facendo i primi passi in questa direzione e la rinascita della guardia costiera sarà un segnale importante. In quattordici settimane possiamo formare i primi cento uomini, in acque internazionali, trasformando una nostra nave in scuola. In 3-4 mesi i libici saranno in grado di agire autonomamente». Intanto, però, il Viminale deve gestire gli arrivi massicci, che hanno superato ormai quota 40mila nel 2016. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha spiegato la sua stella polare: «prima li salviamo, poi chiediamo se sono profughi o irregolari. Mai diremo di non soccorrere qualcuno in mare. Noi dobbiamo gestire le conseguenze dell'instabilità della Libia e delle guerre e lo stiamo facendo al meglio». Naturalmente non la pensa così il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, secondo cui il nuovo naufragio «è altro sangue sulla coscienza sporca dei buonisti alla Renzi». Sulla stessa linea Maurizio Gasparri (Fi), per il quale «la colpa è del governo Renzi e delle politiche di quanti sciaguratamente incoraggiano l'attività degli scafisti». Il premier, da parte sua, fa sapere che nell'agenda del G7 che si aprirà in Giappone introdurrà il dibattito sulle migrazioni. «Vorrei - è l'auspicio - che ci fosse posto, al tavolo dei potenti, anche e soprattutto per chi non ha voce: vorrei che ci fosse posto, al tavolo dei potenti, per gli occhi dei bambini di Idomeni». Ed il tema dei minori soli che continuano a sbarcare sta diventando sempre più scottante. Oggi a Lampedusa è arrivata con un gruppo di migranti soccorsi nel canale di Sicilia addirittura una bimba di nove mesi. A quanto hanno riferito le persone che hanno viaggiato con lei, la madre sarebbe morta durante la traversata.  

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