Giovedì 19 Dicembre 2024

Falcone, il giorno della memoria
Mattarella: strage avviò riscossa morale

PALERMO. È cominciata sulle note dell'inno di Mameli la commemorazione del 24esimo anniversario della strage di Capaci ospitata, come ormai avviene da anni, all'interno dell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo che ospitò il primo grande maxi processo contro i capi di cosa nostra. Protagonisti circa 800 studenti provenienti dalle scuole di tutta Italia, insieme a loro per ricordare la strage del 23 maggio 1992 politici, amministratori, donne e uomini delle istituzioni. Presenti, tra gli altri, il presidente del Senato Piero Grasso; il ministro della Giustizia Andrea Orlando; il ministro dell'Istruzione Stefania Giardini; il nuovo capo della polizia Franco Gabrielli; il presidente dell'antimafia Rosi Bindi; il capo della Dna Franco Roberti. Oltre al presidente della Regione, Rosario Crocetta. A fare gli onori di casa Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia e Capaci, e presidente della associazione Giovanni e Francesca Morvillo, che anima le iniziative intorno all'anniversario dell'eccidio. Quest'anno, così come era invece avvenuto nel 2015, non era presente il presidente della repubblica, Sergio Mattarella che però non ha voluto fare mancare la sua vicinanza: "Un assassinio - ha scritto nel suo messaggio agli studenti -, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l'avvio di una riscossa morale, l'apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni". Piero Grasso, da ex magistrato che fu giudice a latere del primo atto d'accusa ai boss, ha parlato degli esiti e delle conseguenze del maxiprocesso: "La sentenza definitiva del maxiprocesso è un monumento giuridico e storico che ha dato la prova incontrovertibile dell'esistenza della mafia, delle sue regole perverse, dei suoi rapporti con la politica e l'economia". "Quando entrai in questa aula bunker - ha aggiunto il presidente del Senato - avvertii tutta le responsabilità di ciò che ci attendeva. E al termine del processo capii che nulla è impossibile. In aula percepivamo una grande ostilità e fuori si contavano i morti. E facevamo i conti anche con i tentativi di allungare i tempi posti in essere dagli avvocati degli imputati che presentavano eccezioni continue".

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