MILANO. Da una banchina all'altra sono pochi metri, un salto e cinque o forse sei passi. Lisa credeva di farcela, ma, quasi certamente distratta dalla musica che ascoltava con le cuffiette, le sue gambe lunghe da modella non sono bastate per evitare il Frecciarossa Torino-Napoli 9513. Il treno l'ha centrata in pieno alla stazione di Milano Certosa alle ore 7.48, e l'ha uccisa sul colpo spargendo accanto al corpo fogli e quaderni che aveva nello zainetto.
Lisa Di Grisolo aveva 18 anni, ne avrebbe compiuti 19 a ottobre, era una ragazza bellissima, aveva volto e corpo da modella. Così bella da aver firmato in passato un contratto con un'agenzia di moda di Milano con cui però poi aveva interrotto la collaborazione. L'agenzia, interpellata, non ha voluto fornire spiegazioni in merito e comunque la fine del contratto non aveva spezzato i sogni di Lisa.
I suoi profili social sono pieni di foto di provini, backstage sui set fotografici e servizi pubblicati, tutti seguiti da una sfilza di commenti lusinghieri di amici e ammiratori.
Alta, mora, snella, labbra carnose, la 18enne aveva studiato Fashion Design all'Istituto Caterina da Siena, la moda era la sua passione e la sua speranza, oltre che un biglietto per andar via dal quartiere dove era nata e dove tutti la conoscevano: Quarto Oggiaro. Le indagini sono affidate alla Polizia Ferroviaria che parla dell'incidente come di una fatalità dovuta alla distrazione della ragazza.
A tradirla sono stati gli auricolari che aveva sempre con sè, come raccontano alcuni amici. Ascoltava a ripetizione i dischi di Rihanna, per lei provava una venerazione al punto da utilizzare il suo diminutivo «Riri» come soprannome su Facebook e da tatuarsi come lei una piccola pistola sul corpo. L'unica differenza è che Rihanna l'ha sul lato destro del torace, Lisa aveva scelto il lato sinistro.
Poche ore dopo la notizia della tragedia il suo profilo è stato inondato di messaggi, qualcuno ha puntato il dito contro la «leggerezza di Lisa per aver attraversato i binari senza guardare». La risposta della rete è stata una sequela di persone che hanno scritto di aver segnalato i commenti alla polizia postale. Secondo i dati dell'Ansf, l'Autorità nazionale per la sicurezza nelle ferrovie, nel 2015 la maggior causa di morte sulle linee ferroviarie è stata «l'indebita presenza di pedoni sui binari».
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