PALERMO. «Riteniamo che Matteo Messina Denaro, in questi anni di latitanza, abbia viaggiato molto. Qualcuno gli ha 'prestatò l'identità consentendogli di vivere la sua vita». Lo ha detto, in un'intervista al Tg1, Teresa Principato, procuratore aggiunto a Palermo che coordina le indagini per la ricerca del capomafia trapanese.
Principato ha anche parlato della capacità del boss di diversificare gli investimenti - dagli appalti, alla grande distribuzione all'eolico - e della rete che lo protegge, fatta da «mafia, massoneria e borghesia professionale collusa». «Se non lo prenderemo noi - ha concluso - lo farà qualcuno dopo di noi. Il terreno è comunque arato».
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