
PALERMO. «Riteniamo che Matteo Messina Denaro, in questi anni di latitanza, abbia viaggiato molto. Qualcuno gli ha 'prestatò l'identità consentendogli di vivere la sua vita». Lo ha detto, in un'intervista al Tg1, Teresa Principato, procuratore aggiunto a Palermo che coordina le indagini per la ricerca del capomafia trapanese.
Principato ha anche parlato della capacità del boss di diversificare gli investimenti - dagli appalti, alla grande distribuzione all'eolico - e della rete che lo protegge, fatta da «mafia, massoneria e borghesia professionale collusa». «Se non lo prenderemo noi - ha concluso - lo farà qualcuno dopo di noi. Il terreno è comunque arato».
Persone:
5 Commenti
fagnano
17/04/2016 21:50
Qualcuno che associa mafia a massoneria! Finalmente si comincia a dire un po' di verità!
a
17/04/2016 22:29
cosa nostra non finirà mai
roberto1
17/04/2016 23:12
La mafia ha avuto sempre contatti a qualsiasi livelli comunque piu' che altro per interessi e propri e in un evoluzione di potere, riguardo il discorso massoneria e quant'altro tutti i casi similari a quelli della discussione non e' mai emerso nulla di concreto facevano i latitanti sotto casa usufruendo di coperture in apparati dello stato che ne impedivano la cattura fra l'altro si e arrivati pure al punto di far evitare la perquisizione del covo di Riina per ovvi motivi, ognuno tragga le conclusioni non credo ci vogliano esperti
Ingenuo
18/04/2016 15:28
Se sanno tutto, anche che ha viaggiato molto, come mai non lo hanno arrestato?
carlo maggiore
18/04/2016 18:19
speriamo che la cattura avvenga presto! Lui è i suoi compari galeotti ha rovinato l'immagine della Sicilia nel mondo intero