PALERMO. Una nuova, inedita, modalità di ricerca del latitante mafioso più pericoloso d'Italia: la caccia, infatti, si sposta anche sul web e in particolare sul social network più conosciuto, Facebook.
Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del boss, infatti, usava molto il social network, aprendo un profilo dietro l'altro con nomi e foto falsi. E si sa che la sorella gestisse la comunicazione con Messina Denaro e il traffico di pizzini. Alcune volte, i giudici che danno la caccia al superlatitante riuscirono a notare decisioni prese quasi certamente dal "capo" ma che non sono sarebbero passatedai soliti pizzini ma da un mezzo più veloce. Ecco allora l'idea di controllare Facebook da parte della Procura di Palermo e in particolare del pool di magistrati che dà la caccia al capomafia.
Dopo una rogatoria internazionale, tanti documenti e tantissime spiegazioni, alla fine un giudice americano ha permesso di entrare nei server di Facebook per controllare i profili di Anna Patrizia e in particolare le sue comunicazioni. Molte delle quali cancellate improvvisamente, nel dicembre 2013, poco prima che venisse arrestata. Ma non proprio tutto è stato cancellato e adesso, Facebook ha fornito una lunga lista di messaggi privati della Messina Denaro, oltre ad alcuni indirizzi Ip dei suoi corrispondenti. Possibile che dietro uno di questi si celi il boss di Castelvetrano?
D'altronde non si è mai capito come i pizzini arrivassero a Castelvetrano. Magari, si potrebbe scoprire che il traffico dei piccoli pezzi di carta si intreccia con quello dei bit su Internet.
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