PADOVA. Altri due anni di libertà vigilata per Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss dei boss di Cosa Nostra. Lo ha deciso il giudice di sorveglianza di Padova, disponendo, come riportano i quotidiani del gruppo Finegil, il prolungamento della sorveglianza speciale sulla base di un'inchiesta della Procura di Palermo, in base alla quale Salvuccio sarebbe ancora vicino in qualche modo alle cosche mafiose. «No comment» è l'unico commento del suo legale, l'avv. Luca Cianferoni, mentre Tina Ceccarelli, responsabile dell'Associazione famiglie contro la droga e l'emarginazione che sta ospitando a Padova Riina dice di non sapere nulla al riguardo. «Al momento non mi è stato detto nulla di diverso - ha spiegato Tina Ceccarelli, raggiunta al telefono - mi pare strano non aver ricevuto alcuna comunicazione. Restiamo in attesa». Il terzogenito di Riina sarebbe sospettato di essere ancora la figura cardine per il rispetto dei patti siglati dal padre. Viene menzionato più volte nel provvedimento con il quale i sostituti procuratori di Palermo, Caterina Malagoli, Sergio Demontis e Gaspare Spedale, hanno disposto il fermo di alcuni presunti esponenti di spicco del mandamento mafioso di Corleone. È l'inchiesta che portò ad ipotizzare un possibile attentato al ministro dell'interno Angelino Alfano, ritenuto responsabile di aver aggravato il regime del carcere duro 41 bis. Giuseppe Salvatore Riina non è indagato ma, secondo gli investigatori, alcuni indagati gli avrebbero garantito aiuti economici