LAMPEDUSA. Quando la chiamano al telefono per leggerle le parole di Papa Francesco il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini è impegnata in una serie di riunioni frenetiche in Municipio per affrontare i mille problemi della sua «piccola comunità». Il Corriere della Sera, che pubblica l'intervista al Pontefice, non è ancora arrivato sull'isola ma la notizia in paese è già sulla bocca di tutti: «Guarda che ha detto proprio così. Ti ha citato tra i 'grandi dimenticati' dei nostri giorni insieme a Giorgio Napolitano ed Emma Bonino». Una dichiarazione che «coglie di sorpresa ed emoziona» la prima cittadina del Comune più a Sud d'Italia, uno scoglio tra l'Africa e l'Europa sul quale sono sbarcati negli ultimi vent'anni circa 350 mila migranti. Forse proprio per questo il Pontefice ha voluto inserire anche la Nicolini in questo suo personale Pantheon insieme all'ex capo dello Stato e alla leader radicale. «Appena l'ho saputo - spiega - mi sono chiesta: 'ma che ci faccio io accanto a questi nomi?'». Ma poi la sorpresa lascia il posto alla riflessione e alle parole pronunciate dal Papa l'8 luglio 2013, non appena giunto a Lampedusa, prima tappa pastorale del suo Pontificato. «Siete una comunità piccola piccola che ha fatto qualcosa di grande...». Una frase che la Nicolini oggi ripete per spiegare l'endorsement papale nei suoi confronti: «Le parole del Pontefice sono un riconoscimento non a me ma e tutta la comunità di Lampedusa. Papa Francesco ha capito come questo puntino minuscolo al centro del Mediterraneo sia anche al centro della pagina più tragica del nostro tempo, quella dell'immigrazione. E lui, da vero profeta qual è, l'aveva subito denunciato quando ancora non c'era stato il naufragio del 3 ottobre 2013 con quelle 366 bare allineate dentro un hangar e sbattute in faccia all'opinione pubblica». Giusi Nicolini ricorda con commozione la visita del Papa nel luglio di tre anni fa: "Al suo arrivo in aeroporto sono rimasta come paralizzata. Riuscivo solo a ripetere 'grazie, grazie...'. Poi, quando gli ho consegnato un cesto con i prodotti di Lampedusa e il mio regalo personale, un album con le immagini dei migranti sbarcati in questi anni sull'isola, ho visto il suo sguardo illuminarsi. Era questo il dono più gradito". Proprio le battaglie condotte da questo coraggioso sindaco in favore dei migranti devono avere impressionato favorevolmente il Pontefice. "Anche grazie a papa Francesco - spiega Nicolini - Lampedusa è oggi la 'spina nel fianco' dei potenti d'Europa. In vent'anni la mia piccola comunità ha fatto quello che grandi Paesi europei non vogliono fare: un'isola di venti chilometri quadrati, con 5 mila abitanti, ha accolto e ospitato oltre 350 mila migranti mentre nella grande Germania è polemica per il milione di rifugiati annunciati dalla Merkel". Ma cosa vorrebbe dire Giusi Nicolini oggi al Papa dopo le parole di stima nei suoi confronti? "La prima cosa che mi viene in mente è che gli vogliamo tanto bene, che lo sentiamo vicino. Vorrei abbracciarlo e invitarlo a cena, proprio come si fa con un amico...".