SMIRNE. Nel giorno in cui Angela Merkel arriva ad Ankara per tornare ad affrontare la crisi dei rifugiati, nelle acque dell'Egeo si consuma l'ennesima strage. L'ultimo naufragio avviene all'alba al largo della baia turca di Edremit, a poche miglia marine dall'isola di Lesbo, meta di molti dei 70 mila profughi sbarcati in Grecia dall'inizio dell'anno.
Almeno 27 corpi, tra cui quelli di 11 bambini, vengono recuperati dalla Guardia costiera di Ankara quando un barcone in vetroresina si rovescia in mare dopo aver percorso appena due miglia. Ma le ricerche non si fermano, perché secondo il racconto dei sopravvissuti le persone a bordo sarebbero state una quarantina.
Solo 4 sono i migranti soccorsi, all'appello ne mancano una decina. Il bilancio di vittime in mare dall'inizio dell'anno si fa così sempre più drammatico, con oltre 400 morti calcolati, la maggior parte dei quali proprio nell'Egeo. A poco sembrano servire i pattugliamenti, che le autorità turche assicurano di aver intensificato nelle località di partenza privilegiate dai migranti. L'incidente di oggi è avvenuto su una rotta finora poco battuta, in un probabile tentativo di evitare i controlli.
I barconi diretti a Lesbo prendono spesso il mare alcune decine di km più a sud, dove la distanza dall'isola è minore. Anche per questo una ricostruzione iniziale - poi smentita dalle autorità di Ankara - parlava di un secondo naufragio al largo della località costiera di Dikili, la più vicina all'approdo di Mitilene, nella parte meridionale dell'isola. Ma non sono solo le tragedie del mare a uccidere i migranti. Oltre ai viaggi rischiosi nell'Egeo, anche le terribili condizioni dell'esodo biblico via terra mettono a rischio la vita dei più fragili.
Una neonata siriana di un anno è stata trovata morta oggi alla stazione dei bus di Adana, nel sud della Turchia, dove la famiglia aspettava di salire su un bus che avrebbe dovuto portarla a Istanbul. Da lì, poi, avrebbero forse proseguito per tentare anche loro la traversata dell'Egeo. La piccola Garam era arrivata con la madre dopo un viaggio massacrante di oltre 100 km a piedi da Aleppo, in fuga da un conflitto sempre più violento. Secondo i primi accertamenti, a ucciderla sarebbero stati il freddo e la fame. Le autorità turche l'hanno trovata tra le braccia della madre Nesrin Berdos, di 33 anni, anch'essa provata dal lungo viaggio e ora in stato di shock. (ANSA).
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