KAMPALA. "La testimonianza dei martiri mostra a tutti coloro che hanno ascoltato la loro storia, ieri e oggi, che i piaceri mondani non danno gioia e pace duratura. Piuttosto la fedeltà a Dio, l'onestà, l'integrità della vita e la genuina preoccupazione per il bene degli altri ci portano quella pace che il mondo non può offrire". "Ciò - ha detto il Papa - non diminuisce la nostra cura per questo mondo, come se guardassimo soltanto alla vita futura. Al contrario, offre uno scopo alla vita in questo mondo e ci aiuta a raggiungere i bisognosi, a cooperare con gli altri per il bene comune a costruire una società più giusta, che promuova la dignità umana, senza escludere nessuno, che difenda la vita, dono di Dio, e protegga le meraviglie della natura, del creato, la nostra casa comune". E' il messaggio del Papa nella messa al santuario cattolico di Namugongo, dove celebra dopo aver visitato il santuario anglicano, dove ha benedetto la folla insieme ai rappresentanti anglicani. Il Papa ha anche raccomandato di non guardare all'eredità dei martiri "come un ricordo di circostanza o conservandola in un museo, come fosse un gioiello prezioso: la onoriamo veramente - ha sottolineato - e onoriamo tutti i santi, quando piuttosto portiamo la loro testimonianza a Cristo nelle nostre case e ai nostri vicini, sui posti di lavoro e nella società civile, sia che rimaniamo nelle nostre case, sia che ci rechiamo fino al più remoto angolo del mondo". Il santuario cattolico di Namugongo sorge all'interno di un grande parco naturale, e oggi il Papa celebra all'aperto, in un tripudio di inni e canti, e davanti ad una folla immensa, sulla quale non sono ancora note cifre ufficiali. Il rito mescola canti, lingue e tradizioni locali, con quelle del rito latino: eseguiti mirabilmente il Kyrie in latino, il Gloria in lingua luganda e l'Angnus dei in latino. Questo è il luogo in cui, avvolti in tappeti incendiari, furono arsi vivi alcuni dei martiri ugandesi, tra cui Carlo Lawanga, uno dei più venerati. Prima di giungere al santuario cattolico papa Bergoglio ha visitato quello anglicano (gli ugandesi fatti martirizzare alla fine dell'Ottoceno dal re Mwanga erano sia cattolici che anglicani), dove ha pregato davanti alle reliquie dei martiri anglicani. Accolto da una quarantina di vescovi anglicani, papa Francesco, prima di congedarsi, ha anche benedetto la folla insieme a tutti loro, con un gesto dalla forte valenza ecumenica. Namugongo è meta di pellegrinaggio dal Paese e da quelli vicini, da parte di migliaia di persone. Non si comprende l'Uganda contemporanea se non si ha presente la storia di questi giovani cattolici e anglicani che si lasciarono uccidere da un re che in un primo tempo li aveva accolti con benevolenza e poi chiese loro di rinnegare il cristianesimo. Andrea Kaggwa, cui il Papa ha reso omaggio ieri a Munyonyio, - dove il re decise il martirio di questi giovani - fu ucciso sia per non aver rinnegato la fede che, come capo dei paggi del re, per essersi opposto ai desideri morbosi del sovrano nei confronti di questi ragazzi: il più piccolo dei martiri, Kizito, aveva 12 anni. La forma del santuario cattolico di Namugongo evoca la forma della capanna tradizionale della etnia Baganda, e poggia su 22 pilastri, a ricordo dei 22 martiri cattolici. La messa è per il 50mo anniversario della canonizzazione dei martiri ugandesi, proclamata dal Paolo VI a Roma.