PALERMO. "Dovrebbe fare la fine di Kennedy", il presidente americano ucciso nel '63: così alcuni mafiosi arrestati dai carabinieri pensavano di colpire il ministro dell'Interno Alfano, responsabile dell'inasprimento del 41bis. La circostanza emerge da un'intercettazione effettuata nell'inchiesta dell'Arma sul mandamento mafioso di Corleone. "Se c'è l'accordo gli cafuddiamo (diamo ndr) una botta in testa...". Così due mafiosi intercettati dai carabinieri commentavano l'inasprimento del carcere duro. "Dalle galere dicono cose tinte (brutte ndr) su di lui", commentano, riferendosi alle lamentele dei boss carcerati sul ministro dell'Interno. "Le minacce dei corleonesi non fermeranno il coraggio del ministro Alfano, la sua fiducia nello Stato e nella legalità. Un esempio positivo di lotta conto la criminalità organizzata che darà coraggio a tutti a continuare la propria lotta quotidiana contro Cosa Nostra. La mafia non vincerà". Lo afferma Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra. "L'inasprimento del 41 bis, fortemente voluto dal ministro Alfano - continua - è stata una risposta efficace dello Stato. La reazione dei boss, dimostra che sono stati colpiti nel profondo. Ci riporta, però, indietro di 20 anni al periodo stragista. L'auspicio è che non si ripeta un periodo buio come quello. Per questo dobbiamo continuare così perché siamo sulla strada giusta per sconfiggere del tutto Cosa Nostra". "Un ringraziamento particolare - conclude - lo rivolgo agli inquirenti e alle forze dell'ordine che, per l'ennesima volta, hanno dimostrato di lavorare bene e in maniera efficiente per lo Stato e per tutti i cittadini".