MILANO. Un ebreo ortodosso di 40 anni, che indossava gli abiti tipici, è stato accoltellato questa sera in strada a Milano, davanti al ristorante kosher 'Carmel'. Trasferito all'ospedale Niguarda, non sembra sia in gravi condizioni, nonostante le diverse coltellate ricevute alla
schiena e al volto.
L'episodio è avvenuto alle 20.15. L'israeliano, genero di rav Hetzkia Levi secondo la comunità ebraica, stava tornando a casa da solo quando è stato avvicinato alle spalle da un uomo incappucciato. Un'azione veloce e al momento senza una rivendicazione. Alcuni fendenti alla schiena, poi lo sfregio al volto e infine la fuga.
A chiamare i soccorsi è stata una donna che ha assistito alla scena e che potrebbe fornire elementi molto utili agli investigatori della polizia. Altre persone ascoltate sul posto hanno raccontato di aver sentito l'aggressore urlare «ti ammazzo» e lo avrebbero visto togliersi il cappuccio rivelando una capigliatura bionda.
L'uomo ferito, genero di un rabbino di origini afghane in visita a Milano con la figlia, trasferito al Niguarda, ha subito un intervento per ricucire il taglio al volto. L'agguato è avvenuto in via San Gimignano 14, a pochi metri da un ristorante kosher che a pranzo è sempre pieno di ragazzini all'uscita da scuola. È proprio la location ad aumentare la preoccupazione della comunità, che teme possa trattarsi di un'azione ben studiata e con un chiaro significato politico.
«Abbiamo il timore che sia un episodio simile a quelli avvenuti a Parigi, con i 'cani scioltì che emulano quanto avviene in Medioriente» ha commentato Ruggero Gabbai, consigliere comunale Pd e membro della comunità ebraica. «La reazione a caldo è difficile, certamente siamo molto spaventati», prosegue a distanza Walker Meghnagi, ex presidente della comunità di Milano. «Un'aggressione così non ce la saremmo mai aspettata, siamo molto scossi tutti.
L'agguato deve essere stato organizzato con cura perchè è avvenuto a cento metri dal ristorante pizzeria kosher dove vanno a mangiare i ragazzini a pranzo. Comunque abbiamo un dialogo continuo delle forze dell'ordine, ci aiutano con la difesa dei luoghi ebraici. Ma è la politica a dover prendere una posizione chiara. La Mogherini si interessa all'etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie invece di pensare a cose più importanti. Questo porta a irrigidire le posizioni, e a spingere queste persone che vogliono emulare ciò che succede in Israele».
«È l'episodio più grave che si sia mai verificato a Milano», ha commentato il co-presidente della Comunità ebraica di Milano, Raffaele Besso. «Dobbiamo costatare che l'appello dell'Isis di colpire gli ebrei ovunque si trovino purtroppo sta facendo proseliti» ha aggiunto la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
Sul movente, al momento, non ci sono elementi chiari. La l'aggressione all'esponente della comunità ebraica avvenuta questa sera non ha, al momento, evidenze che possano far pensare ad una matrice antisemita. È quanto emerge dai primi accertamenti della polizia che ha sentito tutti i testimoni presenti sul posto ricostruendo la dinamica dell'accoltellamento raccogliendo le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.
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