ROMA. Da una parte le ambizioni di un monsignore che vuole scalare le gerarchie vaticane, dall'altra un ex membro di una commissione pontificia. «L'inchiesta per fuga di notizie riservate contrariamente al 2012 accende i riflettori su pedine di primo piano». Ad evidenziarlo è Giovanna Chirri, vaticanista dell'Ansa, nonché la prima giornalista a dare la notizia di un fatto epocale: le dimissioni di Benedetto XVI. A tramare contro Papa Francesco dunque stavolta sarebbero le prime file e ciò, secondo Chirri, testimonia come «sia effettivamente presente all'interno della Curia romana uno dei mali denunciati in più occasioni proprio dal Pontefice», cioè il carrierismo. Una cosa, però, secondo la vaticanista è certa: «Papa Francesco non sarà intaccato da questa vicenda, andrà avanti per la sua strada. Una riforma come quella che sta realizzando Bergoglio non può essere condizionata da una fuga di carte, per quanto strumentale e non gradevole». Che cosa sta succedendo in Vaticano? Per quali motivi si verificano episodi di fuga delle notizie e di intercettazioni delle conversazioni del Papa? «C'è un'inchiesta giudiziaria a livello piuttosto elevato, perché sono state arrestate due persone che non sono, come nel caso di Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti, due pedine piccole ma un ecclesiastico di un certo livello e una signora che era stata membro di una commissione pontificia, quindi con compiti delicati di controllo amministrativo e finanziario». DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE