ALESSANDRIA. Un bambino di dieci anni di Alessandria è perseguitato da Equitalia da quando ne aveva due. Pare che otto anni fa sia stato acquistato un cellulare con un abbonamento a suo nome. L'incredibile storia è stata raccontata questa mattina sul quotidiano La Stampa. "Non sa ancora cosa sono le tasse - scrive il giornale - non capisce perché a casa sua una mattina, mentre giocava con mamma Amalia, è entrato un ufficiale giudiziario che ha chiesto di vederlo. Ha soltanto capito che da 8 anni qualcuno crede che lui abbia acquistato un telefonino". All’inizio sembrava soltanto un disguido che poteva risolversi facilmente. In pratica era accusato di aver acquistato con contratto un telefono cellulare e di non aver mai pagato le tasse di registrazione del canone con relativi interessi. Non si tratta di cifre elevatissime spiega la mamma, 166,59 euro, la somma di tre fatture contestate. Eppure questo errore così clamoroso continua ancora adesso a creare problemi al piccolo e alla famiglia. «Ho provato a contattare la H3G - dice la mamma Amalia Iudicone, 41 anni alla Stampa - sono andata in un negozio di piazza Garibaldi ad Alessandria: mi hanno detto che non potevano farci nulla, allora ho telefonato ma non ne sono venuta a capo, secondo loro si tratta di un caso di omonimia. Quel telefono potrebbe averlo comprato, cioè, un signore che sta a Casale Monferrato e che è nato nel 1944». Amalia si perde nel labirinto della burocrazia e decide di presentare una denuncia per furto di identità». Ma nemmeno quella è servita. Un giorno le mandano a casa l’ufficiale giudiziario: «Quando è entrato ha chiesto di vedere la persona che corrispondeva al nominativo del moroso, e pure lui è rimasto sorpreso nel trovare un bimbo di poco più di 2 anni e mi ha assicurato che avrebbe fatto rapporto per chiarire tutto». Invece quest'anno Equitalia è tornata a bussare alla sua porta.