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Confische, così il docente universitario discuteva di gestione dei beni tolti ai boss

Carmelo Provenzano considerato amministratore «di fatto», pur senza nomine formali

Il tribunale di Caltanissetta

PALERMO. Il deus ex machina di tutto era Carmelo Provenzano, il professore di Economia: «Mi hanno assegnato la direzione strategica di questo miliardo e 600 milioni, lì di Corleone — diceva il 26 luglio a un avvocato di 35 anni, Pierfrancesco Cascio —. Ora si è creato uno spazio per altri due-tre coadiutori giudiziari. C’è un budget significativo, di 1500 euro ciascuno al mese...».

 
Lo stratega
Nella strategia di gestione dei beni confiscati aveva carta bianca, il docente. Nella strategia e non solo. Provenzano, amministratore giudiziario «di fatto», senza nomine formali, di beni sequestrati, era molto legato all’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, con la quale è sotto inchiesta a Caltanissetta. Per lei si occupava anche di fatti molto più terra-terra. A cominciare dalla laurea del figlio, Emanuele «Elio» Caramma, e dai festeggiamenti per i 60 anni della stessa Saguto, avvenuti a Villa Pajno, residenza del prefetto, Francesca Cannizzo. Molto amica della Saguto, alla quale segnalava persone da far lavorare nelle amministrazioni. E ieri da ambienti della prefettura hanno fatto sapere che l’evento ci fu, ma si era trattato di «un’amica ospitata da un’amica per una festa di compleanno».

 

La laurea -farsa

Non amava molto lo studio, Caramma.
«Emanuele è disperato - diceva la madre al marito, Lorenzo Caramma, pure lui indagato a Caltanissetta - perché sa che questa laurea è una farsa, che non è giusto, perché gli altri sgobbano per prenderla e lui invece non ha faticato».
Eppure la commissione fu molto generosa con lui, che non sapeva nemmeno il titolo del proprio elaborato: «Dal foglio che mi hai dato tu, io l' ho copiato», diceva lo studente a Provenzano, l' 1 luglio. E il titolo, che oggi suona beffardo, era: «I beni sottoposti ad amministrazione giudiziaria: bilanciamento tra tutela del mercato e garanzia della legalità». La tesi era stata scritta interamente da Provenzano, sostiene l' accusa. Ma non c' è solo questo, né c' è solo il fatto che anche un' amica di Caramma jr, avrebbe dovuto ricevere lo stesso trattamento. Ci sono intercettazioni che i finanzieri mettono in fila, a ridosso del 22 luglio, giorno in cui Elio Caramma discute la tesi alla Kore di Enna. Intanto, sebbene il ventinovenne figlio della Saguto si fosse «inceppato un bel po' di volte», aveva ottenuto otto punti, il massimo. Il 23 luglio una dei componenti della commissio ne, coadiutore in un' amministrazione giudiziaria, riceve un bonifico da duemila euro, un compenso dovuto, ma Provenzano fa più telefonate per assicurarsi che le venga fatto e che la professoressa lo abbia ricevuto. La stessa docente riferisce a Provenzano che ci sono state «battutine» proprio su queste «parcelle», in sede di commissione, e il 25 luglio Provenzano dice al neolaureato che a farle è stato uno dei docenti. Elio Caramma chiama la madre la stessa notte: «Il prof Provenzano è incazzato con questo suo collega, quindi forse non gli diamo niente». Che cosa doveva essere dato, a quel professore? E perché? Gli avvocati Ninni Reina e Giulia Bongiorno stanno valutando se far sentire il magistrato a Caltanissetta, ma per adesso affermano che c' è la prova che il ragazzo ha fatto gli esami e la tesi e che non è contestata la corruzione ai componenti della commissione.
I 60 anni a Villa Pajno

C' è un' attività frenetica di Provenzano, per la laurea di Elio Caramma, al quale il professore regala un Iphone 6 e organizza un aperitivo rinforzato a Enna, preannunciando «un acconto sostanzioso».
Poi però c' è da festeggiare, a Palermo, i 60 anni della Saguto. A Villa Pajno. Provenzano si mette a disposizione per le materie prime: lo chef Elio chiede alla madre una cassa di pere, una di fichi e due di fragole per la torta. Poi spuntano pure i lamponi. Tutto viene fornito da Provenzano a casa Saguto, il 20 luglio. Il 13 luglio Francesca Cannizzo aveva contattato il giudice, «dicendo che ha parlato con Elio, il quale ha riferito che "lui ha pensato per i camerieri, servono i flute, i piattini per la torta e le posatine, nonché i tovagliolini". Saguto - scrivono gli investigatori - chiede se Elio si può informare "dove li dobbiamo affittare".
Cannizzo risponde: "Ci penso io, però dobbiamo capire quanti siamo". La Saguto risponde: "Non superiamo i 60"». Il 18 luglio la Saguto preannuncia a un tecnico che «è possibile che venga chiamato per un intervento d' urgenza sull' aria condizionata a Villa Pajno, perché ogni tanto va in blocco».
Le offese ai Borsellino

La presidente il 19 luglio telefona a un' amica e si scaglia contro Manfredi e Lucia Borsellino: «Manfredi si commuove, ma perché ti commuovi a 43 anni, per un padre che ti è morto 23 anni fa?».
Il giorno prima il figlio del giudice ucciso in via D' Amelio aveva difeso la sorella, in quel momento al centro della vicenda Tutino-Crocetta, davanti al presidente della Repubblica e poi aveva abbracciato Sergio Mattarella: «Le palle, ci vogliono. Parlava di sua sorella e si commuoveva, ma vaffanculo, perché è uno squilibrato... lo è stato sempre... lo era pure quand' era piccolo... sua sorella è cretina precisa». Frasi che i figli di Borsellino non vogliono commentare: «Siamo senza parole. Sono solo cattiverie». E la Saguto stessa precisa: «Parti estrapolate. Nella stessa conversazione esprimevo stima incondizionata e affetto per Paolo».

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