Lunedì 23 Dicembre 2024

Al via i primi ricollocamenti: 19 migranti arrivati a Lampedusa trasferiti in Svezia

LUSSEMBURGO. È composto da cinque donne e 14 uomini, arrivati a Lampedusa, il primo gruppo di ricollocati che sono partiti stamattina dall'aeroporto di Ciampino per il nord della Svezia. Tra loro non ci sono bambini. Si apprende da fonti Ue. «Cerco serenità e pace, quelle che non avevo in Eritrea». Sono le parole di 'Michele', eritreo di 26 anni che, insieme ad altri 18 connazionali, fa parte del primo gruppo di profughi che dall'Italia saranno ricollocati in Svezia. A salutare gli eritrei all'aeroporto di Ciampino è il ministro dell'Interno Angelino Alfano, insieme al commissario europeo per l'Immigrazione Dimitris Avramopoulos.  I 19 migranti sono diretti verso quello di Kallax a Lulea, nel nord della Svezia, cento chilometri dal circolo polare artico: i primi ricollocati, sui 40mila dall'Italia, andranno nell'area di Ostersund, zona di montagne, abeti e ghiaccio nota per lo sci. Al loro arrivo vite ad una ripartenza: registrazione a Boden, dove resteranno per un paio di giorni, poi la destinazione finale.  Con questo gesto «abbiamo rotto il ghiaccio. Ora è importante che tutti i Paesi facciano ciò che ci siamo promessi», spiega il ministro all'Asilo svedese Morgan Johansson. Il segretario alla Sicurezza spagnolo Francisco Martinez, annuncia che Madrid è pronta a prenderne altri 50, «fin da subito». Per Alfano quell'aereo è una svolta carica di significati. È una vittoria su tutta la linea «simbolo della sconfitta di tutti quelli che credevano che l'Ue non avrebbe fatto passi avanti». E avverte: «ogni passo avanti dell'Ue» è un «passo indietro di gente come Salvini» che «punta tutto sulla sconfitta dell'Italia». L'altra faccia della medaglia è la visita di Asselborn e Avramopoulos al centro hotspot sperimentale di Lampedusa. Il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve la definisce una «missione di verifica» per «monitorare» che le cose stiano davvero funzionando. Perchè insiste: «i ricollocamenti devono procedere in parallelo con hotspot e rimpatri» per i quali proprio oggi è stata varata una stretta, con un ruolo più decisivo per Frontex e voli collettivi dai Paesi Ue per le espulsioni: dieci sono in calendario a ottobre. Intanto il segretario di stato britannico agli Interni Theresa May ribadisce «tolleranza zero contro chi abusa del sistema di asilo europeo. I migranti economici devono andare via». La seconda tappa di Asselborn e Avramopoulos sarà in Grecia. Il cancelliere austriaco Werner Faymann di ritorno dall'isola di Lesbo ha lanciato l'allarme: «Nella più rosea delle previsioni gli hotspot inizieranno a funzionare a fine anno se c'è coordinamento centrale, un significativo aumento di mezzi e personale dedicato». "Occorre che la Commissione Ue prenda in mano la gestione del progetto degli hotspot assieme agli Stati", avverte Cazeneuve. Parigi è pronta a mettere in campo mezzi e tecnici in quantità, per rispondere alla recente richiesta di Frontex per 775 guardie di frontiera: 670 per Italia e Grecia. La scadenza fissata per rispondere alla gara è il 16 ottobre, ultimo dei due giorni di vertice dei leader Ue. Molti Stati hanno già aderito. Intanto il Consiglio Ue dà il via libera (ora serve quello del Parlamento) a 401milioni di euro per le politiche migratorie. La Francia si spinge anche oltre: durante il dibattito sul futuro della gestione delle frontiere, lancia un'iniziativa in due fasi per arrivare ad un corpo di guardie di frontiera europee sotto la responsabilità di Frontex. Unica proposta sul tavolo per il momento, che raccoglie "il favore della maggioranza" delle capitali, Roma compresa: "è la strategia per il futuro. Crediamo che adesso l'Europa sia pronta per una scelta di questo genere", dice Alfano. L'argomento tornerà al summit dei leader. "È imperativo controllare le frontiere esterne, soprattutto in Italia e Grecia", avverte Cazeneuve. Si continua a negoziare invece sulla lista Ue dei Paesi di origine sicura, mentre alla conferenza sui Balcani occidentali, presieduta dall'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, si sono fatti i primi passi per integrare la politica dell'immigrazione dei Paesi balcanici con quella Ue.

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