ROMA. C'era anche un poliziotto, assistente capo della Polizia di Stato, in servizio presso il Gabinetto Interregionale della Scientifica di Bologna, tra i 4 clienti di un ragazzino che aveva 16 anni arrestati stamani, e finiti ai domiciliari, poichè ritenuti responsabili del reato di prostituzione minorile. La vittima si prostituiva in cambio di denaro e guadagnava 700-800 al giorno. In manette anche un dipendente Eni, uno dell'Istituto superiore di Sanità e un uomo impegnato nella Protezione civile. Gli arresti sono stati emessi dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica. L'indagine, condotta dalla IV Sezione della Squadra Mobile, specializzata in reati contro donne, minori e fasce vulnerabili, ha permesso di accertare i ripetuti incontri degli arrestati col ragazzino. I poliziotti hanno appurato che il 16enne disponeva di una gran quantità di telefoni cellulari, computer, apparecchiature elettroniche e, soprattutto, di risorse economiche, parte delle quali pervenute anche tramite versamenti sulla sua poste-pay come corrispettivo della sua attività di prostituzione. Le indagini sono state avviate sulla base della relazione di un assistente sociale che da anni seguiva il minore, con la quale aveva segnalato alla Procura dei Minori la probabile attività di prostituzione del ragazzo che offriva prestazioni sessuali in cambio di denaro a uomini adulti conosciuti via web tramite chat. Gli investigatori hanno appurato che il minore aveva iniziato a prostituirsi all'età di 14 anni. Intorno ai 16 era riuscito a guadagnare molto soprattutto 'graziè alla 'clientela fissà. Gli incontri avvenivano in macchina, in albergo e, a volte, anche in appartamento. Solo alcuni dei clienti sono stati riconosciuti dal ragazzo in fotografia, in quanto alcuni incontri erano avvenuti solo una volta. Oltre alle numerose prove che indicano la consapevolezza dei clienti sulla minore età del ragazzo, vi sono altri elementi a riprova: le fattezze fisiche del minore, il suo adoperare sempre i mezzi pubblici per spostarsi non disponendo ancora della patente, il dover rientrare a casa, la sera, dal padre per non insospettirlo e, infine, la necessità di frequentarealberghi dove non vengono richiesti documenti.