
ROMA. Papa Francesco è arrivato a Cuba. L'aereo con a bordo il pontefice è atterrato all'aeroporto internazionale della capitale L'Avana. «Credo che oggi il mondo sia assetato di pace - ha detto il Papa ai giornalisti durante il volo che lo ha portato a Cuba, ricordando «le guerre, i migranti, l'ondata migratoria di persone che fuggono dalle guerre, che fuggono dalla morte». Il viaggio tra Cuba e Stati Uniti sarà il più lungo del pontificato, ma anche il più denso e complesso dal punto di vista dei contenuti, dei rapporti, delle questioni sul tappeto.
Ventisei i discorsi in programma: otto a Cuba e 18 negli Usa, di cui solo quattro in inglese, il resto in spagnolo. Complessivamente saranno 19.171 i km percorsi dal Papa in sette voli.
La famiglia siriana ospite della parrocchia di Sant'Anna in Vaticano ha voluto ringraziare il papa dell'accoglienza, prima della partenza. Per questo stamattina verso le 9,45 la famiglia, accompagnata dall'elemosiniere Konrad Krajevski, si è recata a Santa Marta per salutare papa Francesco. Poi Bergoglio si è mosso dal Vaticano verso l'aeroporto.
Al Leonardo da Vinci, discrete ma capillari le misure di sicurezza. Papa Bergoglio, sempre con la borsa 24 ore nera nella mano sinistra, è stato accolto tra gli altri dal presidente di Alitalia Luca Cordero di Montezemolo e dalla direttrice del Sistema aeroporti Lazio, Patrizia Terlizzi.
Il pontefice è salito sulla scaletta e, prima di entrare nell'Airbus, con un sorriso ha stretto la mano ad una delle due hostess che lo attendevano con il comandante, ed ha infine salutato dall'alto i presenti con un cenno della mano.
Qui ci sarà subito la cerimonia di benvenuto, con i discorsi del presidente Raul Castro e del Pontefice. Domani, poi inizieranno gli impegni ufficiali, con alle 9 (le 15 in Italia) la messa nella Plaza de la Revolucion della capitale cubana.
Nella serata di ieri, intanto, Barack Obama e Raul Castro si sono parlati al telefono. E lo hanno fatto nel giorno in cui gli Usa hanno ulteriormente allentato le sanzioni verso l'Avana.
La visita del Papa è stato al centro del colloquio tra i due leader che hanno elogiato il ruolo del Pontefice nel disgelo tra Stati Uniti e Cuba. Un ruolo senza il quale i due Paesi probabilmente non si sarebbero ancora incamminati sulla strada della normalizzazione dei rapporti istituzionali.
Obama in particolare ha sottolineato con Castro l'importanza di aver riaperto le reciproche ambasciate a Washington e L'Avana, nel corso dell'estate, ponendo fine di fatto a uno dei
più dolorosi capitoli della Guerra Fredda.
I due leader - spiega ancora la Casa Bianca - hanno quindi discusso «sugli ulteriori passi da intraprendere, insieme e singolarmente, per far avanzare la cooperazione bilaterale nonostante la presenza ancora di differenze tra i due Paesi su questioni importanti».
Un dialogo che Obama e Castro potrebbero continuare nei prossimi giorni incontrandosi faccia a faccia a New York, in occasione dell'Assemblea generale dell'Onu. I due leader infatti
- in base al programma degli interventi - dovrebbero ritrovarsi al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite nella stessa giornata, il 28 settembre.
Sarebbe quindi il terzo incontro tra i due presidenti dopo la storica stretta di mano alle esequie di Nelson Mandela in Sudafrica e l'incontro a Panama al vertice delle Americhe.
Intanto scatteranno da lunedì nuove facilitazioni per gli americani che vogliono viaggiare verso Cuba o aprire un'attività imprenditoriale sull'isola. Diventerà più semplice anche aprire dei conti corrente bancari. Ad annunciarlo il segretario al Tesoro americano, Jacob Lew. Una volta che le nuove misure entreranno in vigore, navi autorizzate potranno viaggiare no-stop per Cuba e le imprese saranno in grado di fornire servizi di internet e telecomunicazioni sull'isola.
«Le regole annunciate oggi sono state fatte per sostenere il settore privato emergente di Cuba e ci consentono di essere più vicini al raggiungimento degli obiettivi politici storici del presidente Obama», ha detto il segretario del Commercio, Penny Pritzker. Un altro passo verso un obiettivo più grande: quello dell'abolizione dell'embargo.
Persone:
2 Commenti
Nino
19/09/2015 11:08
Per oltre 50 anni i cittadini cubani hanno dovuto subire una feroce dittatura. Diritti civili inesistenti, libertà di stampa, di opinione, di movimento, di proprietà privata repressi e mortificati sotto il "tacco" di un regime dittatoriale davvero spietato. Quei pochi dissidenti che lanciavano al mondo grida di dolore venivano giustiziati sommariamente con processi "farsa". Insomma 50 anni di terrore e di isolamento tra eventi repressivi e sanguinosi. Improvvisamente tutto questo è dimenticato sia Papa Francesco che Obama abbracciano quei carnefici e tutto è a posto. Addirittura Obama accetta di buon grado di caricarsi tutte le responsabilità di quei periodi bui rinnegando le scelte adottate da tutti i precedenti presidenti USA, sia democratici che repubblicani, e quindi d tutti i cittadini americani da loro rappresentati. Insomma i fratelli Castro e il loro regime militare uguale se non peggiore al nazismo ne escono vincitori sulla pelle di quelle centinaia di dissidenti giustiziati perché lottavano per la libertà e i diritti civili. Questo consegniamo alla storia.
fabio
19/09/2015 18:32
A Cuba ancora c'è la dittatura.
Sabrina74
19/09/2015 19:03
Nino i tuoi commenti sono sempre interessanti!!!
Nino
20/09/2015 03:08
Grazie Sabrina sei sempre gentile era qualche giorno che non leggevo i tuoi commenti. Il Sig.Fabio ha ragione a Cuba vi è ancora dittatura le patrie galere sono ancora piene di prigionieri politici e dissidenti che il regime si ostina a non liberare. Nonostante ciò Papa Francesco e Obama fanno finta di nulla e si recano in quel paese per abbracciare e onorare i Castro responsabili di tali barbarie.
fabio
19/09/2015 18:30
Cuba libera.