Lunedì 23 Dicembre 2024

Gestione beni confiscati, oltre a Saguto
altri tre magistrati indagati

PALERMO. Non solo opaca. La gestione dei beni sequestrati alla mafia sarebbe stata governata a Palermo come un grande affare e l'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale, Silvana Saguto, sarebbe stata la figura centrale ma non l'unico perno del «sistema». Con queste accuse, insieme a lei la Procura di Caltanissetta ha indagato altri tre magistrati. E, oltre all'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, sono finiti sotto inchiesta altri due amministratori giudiziari. Si aggiungono al marito e a uno dei figli del giudice. Si tratta, in tutto, di una decina di persone individuate come gli attori di una rete che metteva insieme affari, relazioni di amicizia e legami familiari. Solo al marito di Saguto, l'ingegnere Lorenzo Caramma, l'avvocato Cappellano Seminara avrebbe girato negli ultimi dieci anni incarichi professionali per 750 mila euro. Il nome più importante dei nuovi indagati, rivelati dal Messaggero, è quello di Tommaso Virga, già presidente di sezione del tribunale di Palermo e componente del Csm tra i più votati di Magistratura indipendente. Ora è di fresca nomina nella commissione per la riforma del Csm. Una toga molto influente che avrebbe seguito da vicino un caso disciplinare riguardante la collega Saguto. Nulla di serio e di proibito, ma i magistrati di Caltanissetta hanno trovato curiosa e sospetta la circostanza che proprio il giovane figlio di Virga, Walter, pure indagato, sia stato nominato dalla sezione presieduta da Silvana Saguto amministratore dell'impero imprenditoriale sequestrato ai fratelli Rappa: un patrimonio tra 600 e 800 milioni costituito da edifici importanti, ville, società e una delle principali emittenti televisive siciliane. Secondo la Procura di Caltanissetta, quell'incarico sarebbe stato frutto di uno scambio di «favori». Come quello dato del resto a Carmelo Provenzano, ricercatore all'università Kore di Enna, che aveva dato una mano di aiuto negli studi a uno dei figli della presidente Saguto, ora costretta a fare un passo indietro e a lasciare le misure di prevenzione dove andrà Mario Fontana. Sulla scena del caso che ha scatenato un terremoto a palazzo di giustizia di Palermo sono improvvisamente apparsi altri due magistrati. Ma mentre uno, il pm Dario Scaletta, si sarebbe limitato a dare a Saguto conferma al sospetto di essere finita sotto osservazione investigativa, l'altro, Lorenzo Chiaromonte, è un giudice della sezione misure di prevenzione. E non si è astenuto quando ha firmato l'incarico di amministratrice giudiziaria a una persona a lui molto vicina. Il quadro che l'inchiesta sta facendo affiorare non è ancora completo ma è indubbiamente «allarmante», dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera e uno dei promotori del progetto per l'istituzione di un albo di amministratori e per il cambiamento dei sistema di gestione dei beni sequestrati. «Da tempo - ricorda don Ciotti - Libera insiste sulla necessità di rinnovare e di ripensare l'antimafia, ripulirla dalle zone d'ombra, dagli usi strumentali, dai collegamenti col malaffare, con la corruzione e in certi casi con le stesse mafie». Virga: pronto a chiarimento vicenda. "Il mio assistito ha appreso stamane, attraverso articoli di stampa, di essere sottoposto a indagini preliminari innanzi alla Procura della Repubblica di Caltanissetta in relazione alla vicenda che ha riguardato la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo". Lo afferma in una nota Enrico Sorgi, legale di Tommaso Virga. "Negli articoli in questione si asserisce che l'indagine mirerebbe ad accertare un eventuale interessamento del dottor Virga, già Componente il Consiglio Superiore della Magistratura, per favorire - prosegue la nota - l'archiviazione di un procedimento disciplinare a carico della dottoressa Silvana Saguto, ex presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo". "Virga, per il mio tramite, intende precisare, intanto, di non aver a tutt'oggi ricevuto alcun avviso - prosegue Sorgi - circa eventuali indagini avviate a proprio carico". "Inoltre, per quanto attiene specificamente alla contestazione Virga intende precisare che durante il proprio mandato al Csm - osserva - non risultano essere stati avviati procedimenti disciplinari a carico della Saguto e che, pertanto, i fatti che formano oggetto della notizia diffusa sono del tutto privi di potenziale fondamento". Virga - non appena appresa la notizia - si è "tempestivamente attivato presso la Procura di Caltanissetta per verificare la fondatezza della notizia diffusa ed, eventualmente, fornire il proprio spontaneo contributo alle indagini per provocare al più presto un completo chiarimento della vicenda".

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