CITTA' DEL VATICANO. «La gratuità delle procedure» nei processi di nullità matrimoniale sia assicurata «per quanto possibile», «salva la giusta e dignitosa retribuzione degli operai dei tribunali». La gratuità sia curata dalle Conferenze episcopali. Lo stabilisce il Papa nella riforma del processo canonico di nullità, pubblicata oggi. Il vescovo «non lasci completamente delegata agli uffici di curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale», sia nelle grandi che nelle piccole diocesi. Lo chiede il Papa nella riforma del processo canonico sulla nullità matrimoniale, pubblicata oggi, affinchè «sia formalmente tradotto in pratica l'insegnamento del Concilio». Il Papa ha introdotto una forma di processo più breve sulla nullità delle nozze, nei casi in cui questa sia «sostenuta da argomenti particolarmente evidenti». Tra questi: mancanza di fede, brevità della convivenza, aborto procurato per impedire la procreazione, il permanere di una relazione extraconiugale. Giudice è il vescovo. Una «sola sentenza» in «favore della nullità esecutiva» delle nozze, ritenendo «sufficiente la certezza morale raggiunta dal primo giudice a norma del diritto». Il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità matrimoniale era rimasto «identico per tre secoli», dai tempi della riforma di Benedetto XIV, Papa Lambertini. Lo ha detto mons. Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana. Era stato Benedetto XIV a introdurre la sentenza doppia conforme, che viene ora superata con la riforma di Papa Francesco. Un'altra riforma c'era stata con Pio X e poi una riforma del codice canonico nel 1983, ma anche in questi casi «era stato lasciato il processo come Lambertini lo aveva creato».