CASERTA. La Soprintendenza ha deciso la chiusura dell'area del Torrione della Fontana di Diana e Atteone, nel Parco della Reggia di Caserta, dopo la pubblicazione su Facebook delle foto di ragazzi che fanno il bagno nella cascata della fontana. Lo rende noto la stessa Sovrintendenza, che gestisce la Reggia.
Nelle foto, scattate da un gruppo di turisti toscani e pubblicate ieri sulla pagina Facebook "Salviamo la Reggia di Caserta" a nome di Daniela Pisanti, si vedono alcuni ragazzi in costume che si tuffano e fanno il bagno nella parte alta della storica fontana di Diana e Atteone. "Alcuni ragazzi - spiega Enzo Zuccaro, funzionario della Sovrintendenza - arrivano anche dall'esterno del Parco della Reggia, nel quale entrano attraversando il bosco di San Silvestro". "Nel Parco, che si estende per oltre 120 ettari - dice Angelo Donia, coordinatore della Uil-Pa nonché dipendente addetto alla vigilanza - sono in servizio al massimo sette custodi per turno. Un numero così esiguo che è quasi impossibile svolgere una vigilanza davvero efficace".
Anche stamattina, dal piazzale della fontana, prima della decisione di chiudere l'area, si intravvedeva in cima alla cascata, sul cosiddetto "Torrione", la sagoma di un ragazzo pronto probabilmente a tuffarsi. Per arrivare in cima è necessario percorrere una rampa di scale che sale lateralmente alla fontana.
"Nel Parco, che si estende per oltre 120 ettari sono in servizio al massimo sette custodi per turno. Un numero così esiguo che è quasi impossibile svolgere una vigilanza davvero efficace".
A sottolinearlo è Angelo Donia, coordinatore della Uil-Pa e dipendente addetto alla vigilanza. "Da giù è impossibile vedere tutte le persone che salgono nella zona della Fontana di Diana - prosegue Donia - né si può tenere un custode fisso in cima. Il problema è che si spara sempre addosso agli addetti alla vigilanza senza andare alla radice del problema, che coinvolge i funzionari e lo stesso Ministero. Servirebbero più custodi ma di nuove assunzioni non si parla".
Il coordinatore dell'Ugl Carmine Egizio, anch'egli dipendente in servizio alla Reggia, spiega che "di custodi nel Parco Reale ce ne vorrebbero almeno 14. Oggi restano scoperti completamente l'area della Castelluccia, della Peschiera Grande e l'interno del Giardino Inglese, presidiato da due custodi solo all'ingresso. O almeno bisognerebbe far funzionare l'impianto di videosorveglianza interna che al momento è inattivo; in tal modo anche sette custodi potrebbero vigilare adeguatamente sul Parco".
Gli addetti alla vigilanza alla Reggia rappresentano la gran parte dei dipendenti: sono 150 rispetto ai 60 amministrativi. "E' necessario riorganizzare da capo il settore della vigilanza dando precise competenze ai funzionari - dice Luigi Mottola della Cisl - e dovrà esserne il nuovo direttore Felicori a farsene carico; servono però anche più custodi perché oggi con l'organico che abbiamo si riescono a presidiare solo pochi punti nevralgici. Alla Reggia, sottolineano i sindacati, non sono funzionanti neanche il sistema antifurto e antincendio mentre le garitte dei custodi non sono a norma.
"L'Asl - spiega Egizio - poche settimane fa ha chiuso due garitte perché ci pioveva dentro e ha disposto un termine di 120 giorni per metterle tutte a norma". Passeggiando per il settore più interno del Parco, ai lati del viale principale, la vegetazione ha ormai inghiottito i vialetti.
"Le ditte che fanno manutenzione, dalla pulizia al verde - dice ancora Egizio - vanno avanti in regime di proroga essendo scaduti da mesi i contratti, anticipando inoltre parecchie decine di migliaia di euro; quando Felicori si insedierà troverà anche questa gatta da pelare prima di poter procedere agli appalti".
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