AUGUSTA. Una nave di Medici Senza Frontiere con a bordo 320 migranti è in rada al porto di Augusta e attende l'autorizzazione per attraccare. Da quanto si apprende ci sarebbe anche una vittima. Un ragazzino di 15 anni, spirato nella notte. Il decesso sarebbe avvenuto ieri, in seguito a un arresto cardiocircolatorio. Tra i migranti a bordo, sarebbero stati segnalati anche dei casi «clinici», per questo i medici del Ministero della Salute saliranno a bordo per uno screening e solo successivamente sarà concessa l'autorizzazione allo sbarco. I migranti erano stati soccorsi domenica dalla motovedette della Capitaneria di Porto di Lampedusa e successivamente trasferiti sulla nave di Medici Senza Frontiere. È morto per le percosse e i maltrattamenti subiti in Libia, dove era stato costretto a lavorare senza cibo nè acqua, il ragazzo somalo deceduto ieri a bordo della nave Dignity di Medici senza frontiere. Lo hanno riferito alcuni dei 302 migranti soccorsi dall'imbarcazione di Msf. Il minore (che aveva 15 anni e non 14 con riferito in un primo momento) è morto in seguito a un arresto cardiocircolatorio provocato dalla condizioni critiche di salute causate dai maltrattamenti subiti. Il ragazzo di origine Somala viaggiava da solo insieme agli altri 302 migranti soccorsi due giorni fa nel Canale di Sicilia. Quando è stato tratto in salvo era in condizioni critiche, con evidenti difficoltà di movimento. Subito trasferito nella clinica di bordo della Dignity, in un primo momento ha risposto bene ai farmaci e alle cure mediche del team sanitario di Msf, tanto che le sue condizioni sono migliorate notevolmente nelle prime 24 ore. Ieri, mentre la nave stava facendo rotta verso l'Italia, è deceduto all'improvviso per arresto cardiaco, nonostante gli sforzi dei medici di salvare la sua vita. Msf, in una nota, esprime il cordoglio dell'organizzazione umanitaria per la morte del ragazzo.