Lunedì 23 Dicembre 2024

Tremila migranti su 23 barconi alla deriva: operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia

ROMA. L'esodo di migranti verso l'Italia ha registrato uno dei suoi picchi: a partire dalla notte scorsa, circa tremila persone su 23 imbarcazioni hanno lanciato l'sos nel Canale di Sicilia, al largo della Libia, e sono state salvate nel corso di numerose operazioni di soccorso. Intanto a Palermo la polizia ha arrestato sei egiziani che erano alla guida di una imbarcazione con 432 persone, andata alla deriva in acque internazionali lo scorso 19 agosto: raccapriccianti i racconti dei migranti a bordo. A lanciare l'allarme dalla notte scorsa 16 gommoni e 7  barconi alla deriva, che hanno chiesto l'intervento dei mezzi di  soccorso italiani ed europei schierati nel canale di Sicilia. La  Guardia Costiera italiana, che coordina gli interventi, ha  inviato nella zona la nave Fiorillo e la nave Diciotti della  Guardia Costiera, una nave norvegese inserita in Triton, 4  motovedette delle Capitanerie, mezzi della Marina Militare e  della Guardia di Finanza.     Grazie all'intervento di queste unità navali, quasi duemila  migranti sono stati già salvati e recuperati nel corso della  mattinata e del primo pomeriggio ma i mezzi stanno continuando  ad operare nel Canale di Sicilia. In particolare, circa 370  migranti che erano su un barcone sono stati recuperati da un  mezzo della guardia di finanza che sta raggiungendo il porto di  Messina; altri 111 sono stati salvati da una motovedetta delle  Capitanerie di porto partita da Lampedusa; 322 migranti sono  invece a bordo della nave norvegese, 432 sono su quella della  Marina militare Vega e altri 507 a bordo di un'altra nave della  Marina, il Cigala Fulgosi. La Guardia Costiera riferisce che  altri 187 migranti su due gommoni sono stati tratti in salvo  dalla motovedetta Cp 291. Intanto a Palermo la polizia ha arrestato sei egiziani che  erano ai comandi di una imbarcazione, con 432 migranti, andata  alla deriva in acque internazionali lo scorso 19 agosto. I  migranti hanno denunciato le responsabilità degli scafisti e  descritto le drammatiche condizioni vissute durante la  traversata, raccontando le crudeltà subite dai sei arrestati.  Secondo le testimonianze, durante la navigazione decine di donne  e bambini, terrorizzati, sarebbero stati chiusi a chiave sotto  coperta e fatti uscire all'aria aperta soltanto dopo il  pagamento di un ulteriore riscatto da parte dei familiari maschi  con cui si erano messi in viaggio.     L'ondata di arrivi non manca di provocare scintille  polemiche. «La Guardia costiera sta soccorrendo 3.000  clandestini. Ma stiamo scherzando? Qui si va oltre lo scafismo  di Stato. Piena solidarietà alla nostra Guardia costiera e alla  nostra Marina costrette da un governo di incapaci a sostenere un  malaffare che pagheranno tutti gli italiani» tuona il senatore  di Forza Italia Maurizio Gasparri. «Altri 3.000 clandestini in  arrivo su 22 barconi. Aiutateli, soccorreteli, curateli ma non  fateli sbarcare», scrive su Facebook il segretario della Lega  Nord Matteo Salvini. Mentre il governatore lombardo Roberto  Maroni con un tweet accusa il Governo di aver mandato gli  immigrati a Mantova «in segreto» facendo riferimenti all'arrivo  giorni fa in un albergo alle porte della città di 45 profughi  senza che fosse avvertito il Comune. Ma il sindaco mantovano, il  dem Mattia Palazzi, non ci sta: «Maroni faccia un tweet in meno  e dia una mano in più. È vero che non sapevamo nulla dell'ultimo  contingente arrivato qualche giorno fa ed è evidente che i  Comuni vadano coinvolti facendo la riforma del sistema di  accoglienza, tuttavia non si può dimenticare che l'attuale  distribuzione di quote di profughi è quella stabilita da Maroni  quando era ministro dell'Interno», ha replicato.

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