ROMA. L'esodo di migranti verso l'Italia ha registrato uno dei suoi picchi: a partire dalla notte scorsa, circa tremila persone su 23 imbarcazioni hanno lanciato l'sos nel Canale di Sicilia, al largo della Libia, e sono state salvate nel corso di numerose operazioni di soccorso. Intanto a Palermo la polizia ha arrestato sei egiziani che erano alla guida di una imbarcazione con 432 persone, andata alla deriva in acque internazionali lo scorso 19 agosto: raccapriccianti i racconti dei migranti a bordo.
A lanciare l'allarme dalla notte scorsa 16 gommoni e 7 barconi alla deriva, che hanno chiesto l'intervento dei mezzi di soccorso italiani ed europei schierati nel canale di Sicilia. La Guardia Costiera italiana, che coordina gli interventi, ha inviato nella zona la nave Fiorillo e la nave Diciotti della Guardia Costiera, una nave norvegese inserita in Triton, 4 motovedette delle Capitanerie, mezzi della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Grazie all'intervento di queste unità navali, quasi duemila migranti sono stati già salvati e recuperati nel corso della mattinata e del primo pomeriggio ma i mezzi stanno continuando ad operare nel Canale di Sicilia. In particolare, circa 370 migranti che erano su un barcone sono stati recuperati da un mezzo della guardia di finanza che sta raggiungendo il porto di Messina; altri 111 sono stati salvati da una motovedetta delle Capitanerie di porto partita da Lampedusa; 322 migranti sono invece a bordo della nave norvegese, 432 sono su quella della Marina militare Vega e altri 507 a bordo di un'altra nave della Marina, il Cigala Fulgosi. La Guardia Costiera riferisce che altri 187 migranti su due gommoni sono stati tratti in salvo dalla motovedetta Cp 291.
Intanto a Palermo la polizia ha arrestato sei egiziani che erano ai comandi di una imbarcazione, con 432 migranti, andata alla deriva in acque internazionali lo scorso 19 agosto. I migranti hanno denunciato le responsabilità degli scafisti e descritto le drammatiche condizioni vissute durante la traversata, raccontando le crudeltà subite dai sei arrestati. Secondo le testimonianze, durante la navigazione decine di donne e bambini, terrorizzati, sarebbero stati chiusi a chiave sotto coperta e fatti uscire all'aria aperta soltanto dopo il pagamento di un ulteriore riscatto da parte dei familiari maschi con cui si erano messi in viaggio. L'ondata di arrivi non manca di provocare scintille polemiche. «La Guardia costiera sta soccorrendo 3.000 clandestini. Ma stiamo scherzando? Qui si va oltre lo scafismo di Stato. Piena solidarietà alla nostra Guardia costiera e alla nostra Marina costrette da un governo di incapaci a sostenere un malaffare che pagheranno tutti gli italiani» tuona il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. «Altri 3.000 clandestini in arrivo su 22 barconi. Aiutateli, soccorreteli, curateli ma non fateli sbarcare», scrive su Facebook il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Mentre il governatore lombardo Roberto Maroni con un tweet accusa il Governo di aver mandato gli immigrati a Mantova «in segreto» facendo riferimenti all'arrivo giorni fa in un albergo alle porte della città di 45 profughi senza che fosse avvertito il Comune. Ma il sindaco mantovano, il dem Mattia Palazzi, non ci sta: «Maroni faccia un tweet in meno e dia una mano in più. È vero che non sapevamo nulla dell'ultimo contingente arrivato qualche giorno fa ed è evidente che i Comuni vadano coinvolti facendo la riforma del sistema di accoglienza, tuttavia non si può dimenticare che l'attuale distribuzione di quote di profughi è quella stabilita da Maroni quando era ministro dell'Interno», ha replicato.
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