Domenica 17 Novembre 2024

Cliente massacra una prostituta dopo il rapporto e si uccide

CASELLE. Ha prima cercato di uccidere la prostituta che frequentava da oltre un anno sferrandole quattro colpi alla testa con una chiave per i bulloni degli pneumatici e poi, convinto che fosse morta, forse per il rimorso o forse per la paura di finire in carcere, è tornato a casa e si è impiccato. È la storia di un uomo solo quella di Mauro Cabodi, agricoltore di 38 anni residente a Caselle Torinese, il cui corpo è stato trovato dalla sorella, appeso con una corda a una trave della stalla della cascina in cui abitava e dove aveva sede la sua azienda produttrice di latte. La prostituta, una romena di 32 anni, ha rischiato di morire: 'lavorava' sui marciapiedi delle strade della vicina cittadina di Volpiano ed è finita in ospedale con la frattura della  scatola cranica e numerose ferite al volto. Si salverà, dicono i medici, anche se potrebbe portare le conseguenze dell'aggressione per tutta la vita. Difficile, per ora stabilire le cause che hanno scatenato il raptus dell'uomo. Forse si era innamorato di lei, e - al momento è soltanto un'ipotesi - dopo un rapporto sessuale in auto, la donna avrebbe rifiutato la proposta di iniziare una relazione. I carabinieri non hanno dubbi sul fatto che sia stato l'agricoltore a tentare di ucciderla. Sul fuoristrada dell'uomo, trovato parcheggiato vicino alla cascina con a bordo l'utensile insanguinato, c'erano la biancheria intima e un'unghia finta della donna che, dopo essere stata colpita con violenza inaudita, era riuscita a fuggire nuda ed era stata trovata da un passante in stato confusionale. Fino a stamattina, quando la prostituta è stata ascoltata dagli investigatori, l'aggressione e il successivo suicidio dell'uomo, il cui corpo era stato  scoperto dalla sorella con cui portava avanti il lavoro nei campi e nelle stalle, non erano stati messi in correlazione.  Dal letto dell'ospedale Giovanni Bosco di Torino, è stata la ferita a indicare Cabodi come colui che aveva tentato di ucciderla, senza sapere che si fosse liberato della sua borsa e del suo telefono cellulare, che non sono stati ancora trovati e che, una vota tornato a casa, si fosse impiccato. «Mauro era un bravo ragazzo - dicono i vicini di cascina nella campagna di Caselle, dove sono rimaste le sue mucche e i suoi cani -. Pensava quasi esclusivamente al lavoro e stava quasi sempre da solo. Aveva appena fatto interventi sull'azienda agricola e non aveva l'aria di una persona che volesse farla finita».

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