Lunedì 23 Dicembre 2024

Un arsenale e parrucche nel garage di un pasticcere palermitano

RICCIONE.  Al killer professionista poteva fornire un revolver clandestino con silenziatore artigianale di 31 centimetri, praticamente irrintracciabile. Alla banda dei portavalori, invece, poteva vendere giubbotti antiproiettili e mitra Ak47 con caricatore pieno. Per il rapinatore di banca aveva pronto il kit per il camuffamento, parrucche di vario tipo o un classico passamontagna in calza nera. Infine, per gli svaligiatori di ville poteva consegnare tutto il "necessaire" per scassinare serrature e casseforti, compresi i guanti per non lasciare impronte. Era pronto alle esigenze di ogni tipo di cliente, Francesco Paolo Bova, 53 anni, palermitano di nascita, ma da tempo in Romagna dove, probabilmente solo per copertura, ha sempre lavorato come pasticcere. Prima a Cesena, poi 4 mesi fa si è trasferito in una villetta a Coriano, dove ieri sera la squadra mobile della Questura di Rimini l'ha arrestato per detenzione di armi da guerra, clandestine e modificate. Un arsenale quello trovato dalla polizia in una stanza blindata nel garage della bifamiliare a Coriano dove da maggio Bova si era trasferito con la famiglia. Moglie, casalinga e due figli grandi che lavorano come stagionali. Lui, pasticcere, l'impiego l'aveva trovato a Riccione, ma quello che sospettano gli investigatori è che la sua vera professione fosse un'altra, quella del "custode" e fornitore di attrezzatura per il crimine. E' da una pistola softair, acquistata proprio a maggio su un sito internet specializzato, che la polizia è arrivata sulle tracce di Bova. La perquisizione nella villetta del siciliano, che ha precedenti per rapine in supermercato e tabaccherie e un tentato omicidio nel 1991, ha confermato i sospetti. Dodici le armi sequestrate: si va da un fucile mitragliatore completo di caricatore Ak47 con 160 cartucce, un fucile a canne mozze, una pistola semi automatica con silenziatore, a quelle softair modificate complete di cartucce, revolver e pistole semiautomatiche con matricola abrasa. In casa il siciliano aveva anche un laboratorio dove modificava le armi giocattolo per renderle altamente offensive e pronte all'uso, magari su ordinazione. Prima di chiudersi in un profondo silenzio, il "pasticcere del crimine" ha solo dichiarato di essere "un appassionato di armi". Nella villetta la polizia ha anche trovato 2000 euro in contanti, in parte nascosti in una scatola per pistola, e in parte nel taschino di un giubbotto antiproiettile. Nel 1991, il 53enne era già finito nei guai per il tentato omicidio di un poliziotto durante durante una rapina. Sono in corso approfondimenti su eventuali collegamenti con la criminalità organizzata. Preziosi agli investigatori saranno i contatti del palermitano che potranno portare a sviluppi d'indagine in tutta Italia. Per gli inquirenti chi si è servito delle sue armi non ha poi agito nel Riminese ma in altre zone. Il pasticcere infatti faceva di tutto per apparire un insospettabile in Romagna tanto che poco tempo fa attraverso il suo avvocato siciliano aveva chiesto alla Questura di poter avviare le pratiche per chiedere un'abilitazione come collezionista di armi.

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