PALERMO. Il Viminale ha assegnato la scorta a Lucia Borsellino, un mese e mezzo dopo le sue dimissioni da assessore regionale alla Salute del governo siciliano guidato da Rosario Crocetta. La figlia di Paolo Borsellino avrà un'auto blindata e due uomini armati per decisione del Comitato per l'ordine e la sicurezza, che ha affidato la tutela alla polizia di Stato.
Il 2 luglio scorso Lucia Borsellino aveva lasciato il proprio incarico «per ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con il mio mandato», aveva scritto in una nota passata quasi inosservata prima che il fratello dell'ex assessore, Manfredi, in occasione del ventitreesimo anniversario della strage di via D'Amelio, davanti al presidente della Repubblica (dal quale ricevette un caloroso abbraccio) sottolineò che la sorella aveva vissuto un calvario simile a quello del padre. Parole pronunciate nel pieno di una tempesta scaturita due giorni prima da un articolo dell'Espresso nel quale si riportava il contenuto di una presunta telefonata (la cui esistenza è stata smentita da più procure siciliane) nella quale il medico personale di Crocetta, Matteo Tutino, asceso al primariato di Chirurgia plastica prima di essere arrestato per truffa il 29 giugno 2015, avrebbe detto al presidente della Regione «dobbiamo farla saltare in aria come il padre». Se quell'orribile frase non è stata mai pronunciata da Tutino e mai ascoltata da Crocetta, come dicono i magistrati, i rischi per l'ex assessore sono tutt'altro che finiti.
La decisione del Viminale di fornirle la scorta, adottata a Ferragosto, sarebbe legata alle indagini sulla sanità siciliana e anche agli esposti presentati da Lucia Borsellino quando era in carica nell'esecutivo regionale. L'ex assessore è stata sentita nei mesi scorsi dal procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci e dal pm Luca Battinieri proprio sulle indagini che coinvolgono Tutino.
I familiari di Lucia Borsellino avrebbero accolto con sorpresa l'assegnazione della scorta e dell'auto blindata all'ex assessore, anche se in una nota affermano di non volere esprimere alcuna valutazione. «Benchè sollecitati, ribadiamo - dicono - la ferma volontà di non rilasciare dichiarazioni. Non intendiamo tantomeno commentare o esprimere valutazioni sui tempi e sulla opportunità del dispositivo di protezione adottato dalle autorità competenti». L'assegnazione di un dispositivo di protezione, tuttavia, sta facendo rivivere alla famiglia dell'ex assessore il clima di emergenza che sembrava chiuso 23 anni fa.
ACCERTAMENTI DALLA PROCURA. Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha aperto un fascicolo di atti relativi, iniziativa che potrebbe precedere l'avvio di una indagine, sui fatti che hanno indotto il Viminale ad assegnare la scorta a Lucia Borsellino, ex assessore alla Sanità della Regione e figlia del magistrato ucciso da Cosa nostra. Secondo indiscrezioni l'assegnazione della tutela all'ex assessore non sarebbe legata alla presunta intercettazione della telefonata tra Matteo Tutino, medico indagato per truffa, e il presidente della Regione Rosario Crocetta pubblicata da L'Espresso. La procura ha smentito più volte che agli atti delle indagini ci fosse la registrazione della conversazione nel corso della quale, secondo il settimanale, Tutino avrebbe auspicato per la Borsellino la stessa fine del padre.
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