ROMA. È morto stanotte a Roma Giovanni Conso, presidente emerito della Corte costituzionale.
Conso era nato a Torino il 23 marzo 1922. Professore ordinario di procedura penale, era stato nominato Giudice Costituzionale il 25 gennaio 1982. Era stato eletto presidente il 18 ottobre 1990 e aveva esercitato le funzioni fino al 3 febbraio 1991.
Conso è stato membro e, in seguito, vice presidente del Csm per qualche mese nel 1981 dopo le dimissioni di Ugo Ziletti. Nel 1993-94 è stato ministro della Giustizia nei governi Amato e Ciampi, succedendo a Claudio Martelli.
Nel marzo '93 da Guardasigilli non rinnovò il 41 bis a circa 300 mafiosi sottoposti a carcere duro. In seguito, davanti alla Commissione parlamentare antimafia e alla procura di Palermo che lo interrogheranno, dirà che lo ha fatto per indurre Cosa nostra a smettere con le stragi, aggiungendo che si è trattato di una sua iniziativa personale non concordata con nessuno. In una intervista al quotidiano 'la Repubblica' nel novembre 2014, Conso dichiarò che la mancata proroga di trecento decreti di 41 bis ai boss di Cosa nostra "fu una mia scelta". "Io non sono mai stato al corrente di una trattativa fra lo Stato e la mafia. E mai sono stato partecipe di una cosa del genere" affermò.
Il 3 febbraio scorso, citato a deporre al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, Conso non si era presentato per motivi di salute.
«Con profonda commozione ho appreso la triste notizia della scomparsa di Giovanni Conso. La vita di Conso è stata segnata, oltre che dalle altissime qualità di giurista, da una grande passione civica, sostenuta da rigore personale e spirito di indipendenza». Lo scrive, in un messaggio inviato ai familiari di Giovanni Conso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolineando «la cultura giuridica» e la «riconosciuta integrità morale» del presidente emerito della Corte Costituzionale.
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