PALERMO. «In Sicilia il numero di incidenti è in linea con il resto del Paese ma sono più gravi rispetto alla media nazionale». Lo afferma Lucia Pennisi, responsabile dell'Area Statistica dell’Aci. Le ultime stime elaborate risalgono al 2013. Il prossimo autunno saranno diffusi i dati relativi al 2014. Dati che vengono raccolti dall’Istat ed elaborati ogni anno dall’Automobile Club d'Italia. Le cause degli incidenti sono legate a condotte di guida non corrette ma anche alle condizioni di alcune strade dove si evidenzia una più elevata densità di scontri tra auto. Tra le particolarità che emergono sugli incidenti nell'Isola c'è, ad esempio, il dato relativo ai conducenti: i più colpiti sono i giovani di sesso maschile: almeno uno su quattro di coloro che sono vittime della strada è un ragazzo di età compresa tra 18 e 29 anni. E la notte più pericolosa della settimana per gli automobilisti resta il sabato. Tra Sicilia e Italia si evidenziano notevoli differenze sul fronte degli incidenti? «In generale il livello di incidentalità nell'Isola sembra essere leggermente più basso rispetto alla media nazionale. Abbiamo, infatti, un più basso numero di incidenti per veicolo circolante e un più basso numero di decessi rispetto alla popolazione residente. Tuttavia risultano più elevati sia l'indice di mortalità (morti per 100 incidenti) che l'indice di gravità (morti ogni cento coinvolti con conseguenze, cioè morti ogni 100 persone morte o ferite). In sostanza il numero di incidenti è in linea con il resto del Paese ma in Sicilia sono più gravi. Tra le province con il più alto indice di mortalità c’è, ad esempio, Enna (6,60), segue Agrigento (3,66). Ultimo posto per Palermo (1,62)». Nella nostra Isola nel 2013 il più alto numero di incidenti lo si è registrato sulle strade urbane. Il tasso di mortalità più alto lo si rileva invece sulle strade provinciali o statali. Siamo di fronte ad arterie meno sicure o a comportamenti di guida non corretti? «Il più alto numero di incidenti si registra sempre sulle strade urbane perché è lì che si ha la maggiore densità di circolazione e lì vive la maggior parte della popolazione. Basti pensare che il 60% della popolazione italiana vive in comuni capoluogo di provincia. In Sicilia poi abbiamo tre grandi comuni (su un totale di 14) che sono Palermo, Messina e Catania. Per quanto riguarda i tassi di mortalità va detto che purtroppo in Sicilia sono generalmente più elevati rispetto alla media, cioè al totale Italia». Cos’è che determina questo innalzamento del tasso di mortalità? «Ci sono una serie di fattori. C’è il comportamento. E non facciamo riferimento solo a quelli di guida non corretti ma, ad esempio, la poca attenzione ai sistemi di sicurezza passiva: l'uso del casco è rilevato all'80% contro il 100% delle regioni settentrionali e il 96% di quelle centrali; l'uso delle cinture di sicurezza rilevato al 41% contro il 78% del Nord e Centro. Un altro fattore è legato ai veicoli. In Sicilia il 62% delle autovetture ha più di 10 anni mentre la media italiana, seppur alta, è del 49,5% e i dati dimostrano che la probabilità di morire se si ha un incidente con un'auto con oltre 10 anni di anzianità è più che doppia rispetto ad un'auto nuova (fino a tre anni); questo ovviamente anche grazie a tutti i dispositivi di sicurezza attivi e passivi sempre più diffusi di serie a partire da Airbag e Esc. C’è poi il fattore strade. Anche l'infrastruttura fa la sua parte. Sicuramente le strade a doppia carreggiata e in cui sono molto limitati gli accessi laterali e le intersezioni sono le più sicure; bisogna sempre pensare che l'infrastruttura può limitare i danni di un incidente se presenta determinate caratteristiche come, ad esempio, le rotatorie al posto di incroci pericolosi, banchine laterali e adeguate barriere laterali... anche una buona segnaletica orizzontale e verticale è fondamentale; così come adeguati attraversamenti pedonali, problema su cui l'Aci ha condotto ispezioni in numerose città europee ed in seguito stilato delle Linee guida per la progettazione degli attraversamenti pedonali». Per il problema delle strade cosa può essere fatto? «La statistica può indicare tratte di strada con una più elevata densità di incidenti. Su queste tratte andrebbero condotte maggiori osservazioni e analisi per individuare le azioni per una messa in sicurezza con interventi strutturali o di regolamentazione della circolazione. Sarebbe importante poter conoscere i livelli medi di traffico per calcolare tassi di incidentalità a essi rapportati come è possibile fare per le autostrade. Questo in fondo è il percorso richiesto dalla Direttiva europea di gestione della sicurezza delle infrastrutture che dovrà essere sistematicamente applicata anche in Italia. Con riferimento ai dati del 2013, ad esempio, abbiamo avuto modo di rilevare criticità nella tratta urbana a Messina della A20 e sulla SS115 sud-occidentale sicula in provincia di Siracusa. Comunque l'Aci produce ogni anno la ”Localizzazione degli incidenti stradali”. I dati sono consultabili anche on line sul sito dell'Ente www.aci.it nella sezione Open data». Qual è la natura d'incidente più ricorrente nella nostra Isola e che causa più morti sulle strade? «La natura più ricorrente, e che causa più morti, in valore assoluto è lo scontro frontale-laterale o laterale in particolare sulle strade urbane: 49% degli incidenti e 29% dei morti. Tuttavia la probabilità di morire è più elevata nel caso di scontro frontale (5,7 morti per 100 incidenti), fuoriuscita di strada (4,74), investimento di pedone (3,16)». Velocità, distrazione, sorpassi azzardati... quali sono le condotte di guida più diffuse che causano incidenti? Ci sono trend in crescita su questo fronte? «La velocità troppo elevata, anche con superamento dei limiti, è la principale circostanza in cui si verificano incidenti mortali: praticamente nel 40% dei casi di incidente mortale un veicolo procedeva con velocità eccessiva. Al secondo posto abbiamo la distrazione. Tuttavia in questo caso la statistica è carente e non sappiamo quale sia il motivo della distrazione; si ha ragione di ritenere, anche in base a studi internazionali, che il motivo principe di distrazione oggi sia l'uso del telefono cellulare, ormai anche per il texting (l'invio di messaggi, ndr). In città la maggior parte degli incidenti avviene per il mancato rispetto della segnaletica». Nel report che ogni anno viene diffuso da Istat e Aci c'è anche il riferimento ad una media di orario e giorno della settimana in cui si registrano più incidenti. Il dato può avere una spiegazione? «In termini assoluti il maggior numero di incidenti e anche di morti avviene di giorno, perché è di giorno che si registrano i più alti livelli di circolazione. In particolare, in Sicilia, tra le 14 e le 17. Tuttavia l'indice di mortalità più elevato si registra di notte quando si contano in media 4 morti ogni 100 incidenti tra la mezzanotte e le 6. La notte più pericolosa è quella del sabato». Conducenti, passeggeri e pedoni. Ci sono stime sulle vittime della strada riguardo al sesso e all'età? «Tra i conducenti i più colpiti sono sicuramente i giovani di sesso maschile: almeno 1 su 4 dei conducenti morti in incidente era un ragazzo di età compresa tra 18 e 29 anni. Tra i pedoni risultano più colpiti gli anziani. Cioè le persone con più di 65 anni, senza distinzione tra maschi e femmine (25% dei coinvolti, feriti o morti). Importante anche il numero di bambini fino a 13 anni (10% dei coinvolti, feriti o morti). Anche per quanto riguarda i passeggeri, il maggior numero di coinvolti (morti o feriti) si ha nella classe di età 18-29 anni; probabilmente questo è legato sia agli incidenti ”del sabato sera” sia all'abitudine di andare in due sullo scooter, infatti per ogni ciclomotore coinvolto si registrano 1,1 infortunati (morti o feriti)».