PALERMO. La base operativa erano alcuni magazzini dello Zen, nel quartiere periferico di Palermo.Qui la banda studiava e preparava i colpi ai danni dei centri commerciali di Palermo, Trapani e Messina. Una volta dentro i grandi ipermercati, i ladri portavano via grosse quantità di telefonini e tablet di ultima generazione da rivendere nel mercato nero, forse anche ad altri negozi di Palermo. Un giro che in un anno e mezzo ha consentito di accumulare oltre 300 mila euro.
A capo dell’organizzazione, secondo le indagini di carabinieri e polizia ci sono Massimiliano Bronzino 41 anni e Francesco Paolo Marchione, 38 anni. Insieme a loro ai domiciliari sono finiti Salvatore Scasso, 36 anni; Antonio Mazzé, 27 anni; Antonio Di Cara, 24 anni; Salvatore Finocchio, 23 anni; Salvatore Serio 35 anni; Gioacchino Spina, 53 anni; Massimiliano Fiore, 32 anni; Giacinto Grimaldi, 38 anni. Per altri sette sono scattati gli obblighi di dimora. Alcuni di loro sono imparentati con esponenti di Cosa nostra. Tra i colpi messi a segno dalla banda ci sarebbero quelli all'istituto tecnico commerciale Gaetano Salvemini preso di mira 3 volte.
Dopo due tentativi a vuoto nell’ottobre del 2014 i ladri riuscirono a portare via 13 computer dell’Apple. I colpi più sostanziosi prima nell’ipermercato Expert di Lascari. Il bottino fu di 100 mila euro. Poi il furto da 70 mila euro all'Euronics di Capo d'Orlando. Infine al centro commerciale Keidea di Castelvetrano che frutto 21 mila euro. L'organizzazione aveva pensato a tutto. Anche a creare una rete di cellulari intestati a persone inesistenti per cercare di non essere intercettati. Una rete pulita scoperta dagli agenti e dai carabinieri che hanno sgominato la banda.
La banda poteva contare sull’appoggio delle famiglie mafiose che sostenevano i componenti anche quando qualcosa andava male e qualcuno veniva arrestato. Era messo in conto. Uno dei componenti è nipote di una persona finita agli arresti per 416 bis e poi freddato in un agguato.
I componenti pianificavano ogni cosa. Disattivavano i sistemi di allarme e riuscivano a portare via tantissima merce dagli ipermercati. Non lasciavano nulla al caso compreso l’utilizzo di una rete di cellulari intestati ad altre persone. Un filone dell’inchiesta riguarda proprio la merce rubata e finita nel mercato nero. Su questo stanno indagando anche i carabinieri del Gruppo di Monreale guidati dal nuovo comandante Piero Sutera. I militari stanno cercando di scoprire dove finivano i prodotti elettronici che venivano portati via dai grandi magazzini.
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