PALERMO. «So solo che, qualunque sia la verità, questa vicenda sarà usata per delegittimare lo strumento delle intercettazioni». Lo ha detto il pm Nino Di Matteo in un'intervista al sito Fanpage.it a proposito della presunta intercettazione tra il governatore Rosario Crocetta e il medico Matteo Tutino, pubblicata da L'Espresso.
L'esistenza della conversazione, nel corso della quale Tutino avrebbe augurato all'ex assessore Lucia Borsellino di fare la
fine del padre, è stata smentita dalla Procura di Palermo.
Le vicende che stanno interessando Crocetta e la Regione Sicilia «preferisco non commentarle, e aspettare la relazione del procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, richiesta dal procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo». Così il vice presidente della Corte Suprema della Magistratura, Giovanni Legnini, a margine di un incontro a Expo.
«Solo quando conosceremo l'esatto andamento di fatti potremo esprimere le nostre valutazioni - ha precisato -. In questo caso mi sembra che le ipotesi su cui si sta lavorando è che queste intercettazioni non esistano. Non so se questo sia vero o meno, ma le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, che condivido pienamente, sono molto nette. Nel fascicolo della Procura di Palermo queste intercettazioni non ci sarebbero, così come analoghe dichiarazioni sono state fatte dal procuratore di Caltanissetta e da quello di Catania. Bisogna quindi capire se c'erano e dov'erano».
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