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I pm: Tutino e la «corte» in ospedale

Un testimone della procura: il primario di villa sofia diceva a tutti che era venuto su investitura del Presidente

PALERMO. L’attuale vicepresidente del consiglio comunale di Messina, Antonino Interdonato, dopo un brutto incidente era stato traportato in elisoccorso il 7 giugno 2013 fino a Villa Sofia a Palermo per essere curato dal medico personale di Rosario Crocetta, Matteo Tutino, primario del reparto di Chirurgia plastica, finito ai domiciliari. Il trasferimento - secondo i pm - sarebbe avvenuto per delle presunte «pressioni politiche».

Gli atti dell’indagine, avviata dalla Procura del capoluogo, sono stati trasferiti per competenza territoriale a Messina, dove ora sono indagati due medici del 118. L’ipotesi è di peculato. Negli atti palermitani, inoltre, si descrive quella che sarebbe stata la «corte» di Tutino nell’ospedale, dove avrebbe sfruttato «i suoi rapporti particolarmente privilegiati con il presidente della Regione, sbandierati coram populo per affermare la sedicente investitura di purificatore della sanità siciliana» che avrebbe ricevuto «per volontà politica».

Sia Interdonato che Picciolo respingono questa ricostruzione dei fatti. Il primo, attraverso il suo legale, Salvo Versaci, ha pure denunciato il medico per le sue dichiarazioni. «Sono stato investito quella sera - dice Interdonato - con conseguenze gravissime. Ho perso l’olfatto ed ho un naso di plastica». Picciolo spiega che «l’unico trauma center della Sicilia è quello di Villa Sofia, dove i medici decisero in totale autonomia di trasferirlo. Crocetta non sapeva nulla».

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