BERGAMO. Cominciato davanti ai giudici della Corte d'assise di Bergamo il processo a Massimo Bossetti accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio.
Ingenti le misure di sicurezza e aula interdetta a tablet e telefoni cellulari.
Massimo Bossetti ha voluto essere presente oggi per la prima udienza del processo che lo vede imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio. Il muratore, in carcere dal 16 giugno dell'anno scorso, è stato fatto entrare da un ingresso secondario del Tribunale di Bergamo a bordo di un furgone della polizia penitenziaria ed è entrato direttamente in aula, prendendo posto nella gabbia degli imputati.
Bossetti ha brevemente guardato il pubblico, senza scomporsi. In aula non ci sono i genitori di Yara, che si costituiranno parte civile perché, come spiegato nei giorni scorsi dal loro legale, Enrico Pelillo, intendono evitare il clamore intorno alla vicenda processuale e si limiteranno a essere presenti solo quando dovranno testimoniare. Sono parecchi i curiosi che hanno voluto assistere alla prima udienza in un'aula 'blindata' in cui sono stati centellinati i posti per i giornalisti.
''Mi sento più tranquillo, ho molta fiducia nella giustizia''. Così ha detto Massimo Bossetti al suo legale, Claudio Salvagni, che si è intrattenuto con lui per qualche minuto a udienza conclusa. Il muratore ha seguito le prime fasi del processo con molta attenzione e senza mai distrarsi.
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