Lunedì 23 Dicembre 2024

Evasione fiscale, Gianna Nannini patteggia un anno e due mesi

Gianna Nannini

MILANO. Si chiude con il patteggiamento della pena di un anno e due mesi di reclusione e con un risarcimento all'Agenzia delle entrate un "doloroso capitolo giudiziario" che ha coinvolto Gianna Nannini, accusata di una presunta evasione fiscale. Il gup di Milano Fabio Antezza oggi ha accolto infatti l'istanza di patteggiamento, dopo che nei giorni scorsi il difensore della rockstar, l'avvocato Giulia Bongiorno, aveva raggiunto l'accordo con il pm di Milano Adriano Scudieri. Accordo che, oltre alla pena di un anno e due mesi con la sospensione condizionale e la non menzione nel casellario giudiziale, prevede anche il dissequestro di una tenuta della Nannini in provincia di Siena, sulla quale più di un anno fa la Guardia di finanza aveva messo i sigilli. Nell'ambito del contenzioso tributario la rockstar ha concordato, inoltre, un risarcimento a favore dell'Agenzia delle entrate, saldando così il suo debito con il fisco. "La decisione della Gng Musica Srl di sancire un accordo conciliativo con l'Agenzia delle entrate - ha spiegato l'avvocato Bongiorno - deriva dalla volontà di mettere al più presto la parola fine a un doloroso capitolo giudiziario". Gianna Nannini era accusata di aver sottratto al Fisco, tra il 2007 e il 2012, 3 milioni e 750 mila euro interponendo tra la società milanese Gng Musica srl, della quale risulta essere proprietaria e amministratore unico, e le case discografiche Sony e Universal (estranee alle accuse) una società di diritto irlandese (Bad&Worth Limited) e un'altra di diritto olandese (Z-Music Enterprise B.V), prive di una vera e propria struttura. Tutto ciò, secondo l'ipotesi degli inquirenti, in modo da non pagare al fisco italiano le royalties dei dischi e dei concerti in quanto delocalizzati in Stati in cui la tassazione risulta più favorevole. Per l'accusa, inoltre, una quota di questa evasione (126mila euro) sarebbe stata realizzata detraendo dalle dichiarazioni dei redditi alcuni costi "inerenti attività canora" ma che si ritiene in realtà riguardassero non i palcoscenici e l'attrezzatura per i concerti ma gli arredi e decorazioni di una casa che la Nannini possiede in un bosco nei dintorni di Piacenza. Con parte della somma evasa, la cantante avrebbe anche comperato un appartamento da circa 1,1 milioni di euro nel quartiere londinese di South Kensington. Nella fase delle indagini il difensore della rockstar aveva depositato documenti che avrebbero portato a escludere dal computo della presunta evasione fiscale una serie di fatture. In questo modo, secondo la difesa, l'importo dell'evasione contestata si sarebbe ridotto a circa un milione e mezzo di euro, in quanto "è stato dimostrato che l'Iva è stata pagata dalla Sony". Oggi è arrivato quindi l'ok del gup Antezza al patteggiamento. "Gianna Nannini, amareggiata e sorpresa dalla vicenda, nel ribadire l'assoluta trasparenza della propria condotta, nega recisamente qualsiasi interposizione fittizia con società estere - ha sottolineato l'avvocato Bongiorno - e sottolinea che gli addebiti sono riferibili esclusivamente all'operato di soggetti terzi nei quali nutriva una sconfinata e tuttavia malriposta fiducia".

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