L’emergenza che divora se stessa. L’esempio arriva dal viadotto Himera il cui cedimento, all’inizio dello scorso mese di aprile ha interrotto il transito sull’autostrada Palermo-Catania.
Nell' emozione provocata dalla frana il ministro Delrio era venuto a Palermo garantendo che il collegamento sarebbe stato ripristinato in un arco massi mo di tempo di tre mesi. Perché i danni all' economia della Sicilia erano rilevanti; il commercio soffriva; i tir per trasportare le merci fra le due città più importanti dell' isola dovevano transitare da Messina allungando il percorso di un centinaio di chilometri con aggravio di costi e di stress. Alcuni giorni fa a Catania il ministro è tornato sull' argomento chiedendo scusa perché c' era stato un ritardo di trenta giorni sui tempi previsti. Ma era stato solo un disguido.
Le notizie arrivate ieri non sembrano tener conto di queste promesse. Oforse erano le promesse a essere un po' azzardate. Perché la situa zione è questa: i lavori della bretella cominceranno il 10 agosto. Vuol che il primo colpo di piccone arriverà nei giorni stessi in cui era stato zioni molto tecniche e molto esaustive per spiegare che non si poteva fare che così.
Ma i ritardi? Quelli come li spieghiamo? Perché alla fine il racconto del pilone è questo: per anni c' è stato un cedimento del terreno di cui nessuno si è accorto. O chi se n' è accorto non se n' è occupato. Almo mento dell' emergenza garanzia unanime sul pronto intervento perchè la Sicilia era spezzata in due.
Ora scopriamo che il bypass provvisorio arriverà sette -otto mesi dopo l' infarto. Della guarigione nessuno parla. Per capire: quando tornerà interamente agibile l' autostrada: fra uno, fra due o fra dieci anni? Ah saperlo.
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