CATANIA. Alberghi, supermercati, persino una compagnia aerea. Ma soprattutto calcio. La sua vera, grande passione. Antonino Pulvirenti, 53 anni, catanese, da stamane agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta su presunte gare comprate, deve la propria notorietà al mondo del pallone. Quel mondo che frequenta da vent'anni, da quando cominciò la sua avventura tra i dilettanti con il Belpasso, centro etneo nel quale Pulvirenti avvia la sua attività. Nel '99 lo sbarco tra i professionisti con l'Acireale, alla cui guida Pulvirenti resta sino al 2004 festeggiando una promozione in C1 prima di salutare gli acesi per rilevare il Catania dalla famiglia Gaucci. Il grande salto nel calcio che conta, culminato con la promozione in A dei rossazzurri nella stagione 2005-2006, coincide con una crescita imprenditoriale articolata tra hard discount (Fortè, catena molto diffusa in Sicilia), alberghi di lusso a Taormina, società di ristorazione e anche una compagnia aerea low cost: la Wind Jet. Sono gli anni migliori, in campo e fuori. Il Catania inanella la serie più lunga di permanenza in Serie A (otto stagioni) e batte il record societario di punti nel massimo campionato (56) mentre Pulvirenti si gode la nascita di Torre del Grifo, moderno centro polifunzionale alle pendici dell'Etna nonchè nuovo quartier generale rossazzurro, diventando anche consigliere federale. Ma le difficoltà sono all'orizzonte. Anche qui, in campo e fuori. Meglio: prima fuori, poi in campo. Wind Jet va in crisi e nell'agosto 2012 è costretta a sospendere i voli, due anni dopo è il Catania a retrocedere in B avviando un declino proseguito con la salvezza raggiunta solo in extremis nell'ultima stagione cadetta e culminato oggi con un arresto che pone lunghe ombre sul futuro del calcio rossazzurro.