Lunedì 23 Dicembre 2024

Un milione al Family Day, proteste delle associazioni gay

ROMA. Sono arrivati correndo sotto la pioggia, a piazza San Giovanni, con carrozzine, passeggini, bagnati fradici, cercando riparo sotto qualche cornicione, frastornati dalla ressa ma mai arrabbiati. Sono il popolo del "Family Day" la manifestazione "organizzata in soli 18 giorni" dal Comitato "Difendiamo i nostri figli". "Siamo più di un milione in piazza": ha esultato ieri dal palco il portavoce del Comitato, il professor Massimo Gandolfini. "Siamo qui per dire no a progetti di legge come il ddl Cirinnà che arrivano a legittimare anche la pratica dell'utero in affitto e che, di fatto, consentono l'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso", hanno detto nei vari interventi che si susseguono dal palco coloro che via via prendono la parola - un imam compreso - applauditi da una folla festante e gioiosa che applaude anche al sole non appena questo riesce ad avere la meglio sul maltempo. A loro risponde via twitter il Gay Center. Fabrizio Marrazzo, il portavoce, lancia sui social l'hastag #FamilyGay. "Per noi ogni giorno è #FamilyGay. Twitta anche tu il tuo amore per i tuoi diritti e per la tua famiglia", scrive. Sul fronte opposto, il ministro dell'Interno e leader Ncd Angelino Alfano. "Spettacolo a piazza San Giovanni stracolma di donne, uomini e bambini! In Parlamento faremo sentire la loro voce. #difendiamoinostrifigli", scrive su twitter il ministro, che tuttavia non prende parte all'iniziativa in piazza. "E stato più rispettoso di altri membri del governo che sono intervenuti a gamba tesa. Il governo ne stia fuori", lo difende il coordinatore dell'Ncd, Gaetano Quaglieriello. A S. Giovanni sono tanti i volti di politici noti: da Buttiglione a Giovanardi, a Formigoni. Nessuno però prende la parola dal palco, "parliamo a titolo personale", sottolineano alcuni. Un invito alla politica ad ascoltare "le voci delle famiglie riunite oggi a Roma" arriva da Pier Ferdinando Casini, "non rispettare Piazza San Giovanni, significa non rispettare una parte dell'Italia", spiega. Alfredo Mantovano, magistrato, ex sottosegretario e dirigente di Alleanza Cattolica nonché dei comitati Sì alla famiglia, che ha promosso l'evento insieme al sociologo torinese Massimo Introvigne, ha fatto ripetere alla folla il "no" forte e chiaro alle adozioni da parte di coppie omosessuali. "W l'Italia delle famiglie: forza, coraggio e speranza sono le tre parole delle centinaia di migliaia di persone arrivate qui. Far male alla famiglia significa far male all'Italia e da tempo la famiglia è sotto tiro", ha osservato Mantovano. Più volte la piazza ha gridato contro le parole, rilanciate da qualcuno degli organizzatori dal palco, del sottosegretario Ivan Scalfarotto che dal Milano Pride ha detto "E' inaccettabile una manifestazione come quella contro le unioni civili che si tiene oggi a Roma". "Dovrebbe dimettersi", gli ha risposto Alessandro Pagano, di Area popolare e tra i promotori del comitato "Parlamentari per la Famiglia", oggi in piazza. Per il capogruppo Pd in Commissione Giustizia, Giuseppe Lumia, "è giunto il tempo perché anche il nostro Paese si apra alle unioni civili tra le persone dello stesso sesso. In Europa siamo fanalino di coda. Continuerò a battermi perché al più presto il Senato approvi una legge che vada in questa direzione. Considero la richiesta delle persone dello stesso sesso di avere riconosciuto il loro legame non contro la famiglia, ma pro famiglia". Con lui è anche Andrea Marcucci, primo firmatario del ddl che istituisce le unioni civili. "Chi vuole guerre di religione, come gli organizzatori del family day, sbaglia secolo. Le Unioni civili non sono contro qualcuno, ma a favore dei diritti e dell'equita".

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